Come e quando è nata la società Barburin di Torino?
Barburin è nata nel 1998 per volontà di due storiche dell’arte, Gisella Gero e Francesca Scialuga in collaborazione con la psicologa Luisa Gero Cornaglia.
Quali sono le attività prevalenti?
Le attività di Barburin spaziano in molteplici direzioni: dallo studio, alla ricerca, alla formazione editoriale, alla consulenza d’archivio, inventariato e catalogazione, alle visite guidate e didattiche.
Qual è la metodologia e i modelli didattici adottati nelle visite e nei laboratori didattici?
La sezione didattica è nata con l’intento di unire, in un nuovo modello educativo, arte e
Tutti i progetti, sono elaborati sotto la supervisione di un team di professionisti quali pedagogisti, psicologi, critici e storici dell’arte il cui scopo comune è il coinvolgimento diretto ed attivo dello studente. Per ogni fascia di età, infatti, elaboriamo progetti su misura, verificando via via la loro metodologia, tramite una ricerca trasversale che si basa su una serie di questionari mirati e rivolti ad un gruppo campione di scuole.
Parlateci delle vostre principali iniziative?
Comunicazione e gioco sono alla base delle loro iniziative didattiche, che hanno preso il via cinque anni fa con il progetto Didartica. Nel 2000 abbiamo inaugurato il progetto OlimpiaArte I, in occasione della formazione dei Giovani Volontari I Ragazzi del 2006, a cui ha fatto seguito, nel 2002, OlimpiaArte II. Queste vogliono essere un’occasione per educare i giovani alla valorizzazione dei valori dello sport, ma anche per approfondire la conoscenza storico-artistica della propria provincia. Sempre nel 2002 è stato ideato Alice nella città, ovvero dodici percorsi tematici nella città, per scoprire giocando, le bellezze artistiche di Torino. Accanto a questi grandi progetti, sono molte altre le attività ludico-didattiche realizzate da Barburin, soprattutto in Gallerie private e in Musei piemontesi, tra cui Metti in scena un Quadro oppure Giornalisti a confronto.
Sia Gisella Gero che Francesca Scialuga sono laureate in Lettere con indirizzo storico-artistico presso l’Ateneo torinese; entrambe hanno molteplici esperienze e collaborazioni con importanti Fondazioni e Musei italiani ed esteri, in particolare il Paul Getty Museum di Los Angeles e la Galleria Roy Fisher Fine di New York. Questi gli esempi a cui guardano in primo momento, per poi dar vita, in un momento successivo, ad un modello didattico tutto personale ed innovativo.
In un mercato che prolifera di iniziative didattiche, e dove spesso gli operatori si improvvisano esperti, quale pensiate sia la scelta vincente?
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