Oggi quell’esperienza costituisce, insieme alla BBS americana The Thing dello scultore Wolfgang Staehle (1991), una delle prove più interessanti del fatto che la net art (termine che non piace a Tozzi, ma che qui risulta molto comodo) è nata ben prima della nascita del web, e che ha avuto uno dei suoi centri di elaborazione proprio in Italia. Un’arte già matura, e consapevole della propria natura e dei propri obiettivi: Hacker Art Bbs è una scultura sociale, un sistema collaborativo, un luogo di controinformazione e di attivismo mediatico. Questa propensione alla socialità trova le sue radici in Fluxus, con cui Tozzi ha avuto contatti attraverso Giuseppe Chiari, ma si contamina durante gli anni Novanta di istanze appartenenti all’etica hacker, da cui un’idea di arte “cooperativa, mutuale, egualitaria e libera”.
Il progetto è ambizioso, e a dimostrarlo è la ricchezza di temi che emerge dall’homepage e da una rapida navigazione. Lo sviluppo ‘in orizzontale’, ossia la ricchezza di testi e notizie su un singolo argomento, per il momento è ancora piuttosto limitata, ma proprio qui sta la sfida, e la necessità di coinvolgere chiunque si senta in sintonia con la proposta e condivida l’etica hacker che ne costituisce il fondamento. Ma l’ambizione è anche nella natura complessa del progetto, archivio e insieme opera d’arte sociale imprescindibile dalla comunità umana su cui si fonda, e nel suo sfidare la segregazione del sapere che consegue all’attuale legislazione del copyright a favore della condivisione e dell’arricchimento reciproco.
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caro libero,
mi sembra inutile discutere con te su una concezione dell'arte che evidentemente non condividi, per cui mi limiterò a chiarirti ciò che evidentemente non era comprensibile dall'articolo. E' vero, quel 'chiunque' non è esatto, la frase corretta avrebbe dovuto essere 'chiunque condivida quei valori su cui l'archivio è costruito'. Il vaglio di chi lo gestisce serve appunto a escludere inserimenti non in linea con questo spirito, e il vaglio degli utenti a confermare ulteriormente questa coerenza. Un club privato? Piuttosto, direi, una comunità, ampia e aperta a chiunque voglia contribuirvi, ma nello stesso tempo coesa contro chi voglia sfruttarne l'apertura senza condividerne lo spirito. bye
>>un'idea di arte "cooperativa, mutuale, egualitaria e libera".
bell'idea ! viva la libertà ! viva l'uguaglianza ! vorrei suggerire anche la cooperativa delle cucine e dei letti, utile dopo aver creato in modo collettivo e al di fuori del mercato quando si avrà bisogno di una coperta e di un piatto di minestra.
>>Del resto, chiunque può contribuirvi, inviando notizie che saranno vagliate e poi inserite.
mi sembra una contraddizione.
>>A questo punto l'intera comunità può valutarle e giudicarle, ed eventualmente escluderle nel caso in cui si rivelino incoerenti con la natura e l'etica che soggiace all'archivio
un club privato dunque, alla faccia della libertà e della tolleranza.
>>Lo sviluppo 'in orizzontale'
ma non sono i vertical portals (Vortals ) ad essere monotematici?
"Vertical Industry Portal is a portal Web site that provides information and resources for a particular industry. Vortals are the Internet's way of catering to consumers' focused-environment preferences. Vortals typically provide news, research and statistics, discussions, newsletters, online tools, and many other services that educate users about a specific industry"