Arte Padova 2025: si apre il sipario sugli stand della 35ma edizione

di - 15 Novembre 2025

L’edizione 2025 di Arte Padova mantiene la formula collaudata che separa lo spazio in due aree: la Main Section, dedicata ai maestri del Novecento e il Contemporary Art Talent Show, focalizzato sulla promozione di artisti emergenti. Qui di seguito un report tra gli stand e i nomi da non perdere.

Lucio Fontana è il protagonista indiscusso del booth della Galleria Accademia di Torino che offre una profonda e variegata prospettiva sulla sua ricerca artistica. In particolare, il percorso espositivo si apre con Concetto Spaziale, Natura (1967): due sculture gemelle in ottone che – attraversata, l’una da tagli, e l’altra da buchi – trascinano immediatamente lo spettatore al di là dell’oggetto fisico: in quella vertiginosa trascendenza della materialità rigonfia di infinito.

La tensione all’oltre di Fontana viene esplorata, non solo con sculture e tele, bensì anche con le sue ceramiche: un aspetto meno noto – ma non per questo meno essenziale – della sua pratica che, grazie anche alla monografica ospitata alla Peggy Guggenheim di Venezia, comincia ora a brillare di una luce rinnovata.

Queste ceramiche – ancora distanti dalla ritualità grave del suo Spazialismo più maturo – svelano un gusto per il ludico e una vitale sperimentazione dai toni quasi surrealisti che, in parte, caratterizzano anche le ceramiche dell’artista Luigi Ontani, esposto, insieme con Bertozzi & Casoni, dalla HR Docks Gallery di Torino. L’inganno delle forme è il titolo della mostra proposta che, incentrandosi sulla metamorfosi, suggerisce una necessaria riflessione sulla labilità “Fra l’alto e il basso, il mito e l’oggetto, il gesto artigianale e la riflessione concettuale”. Ontani, infatti, da un lato, approccia lo smalto lucido della ceramica come superficie per riflettere – potenziati – nuovi orizzonti di immaginazione. Mentre, Bertozzi & Casoni, con i loro interventi iperrealistici su residui di quotidianità – una cassetta della farmacia arrugginita, un paio di scarpe consumate o avanzi di cibo – fanno della ceramica un teatro pastoso al limite dell’osceno che denuncia, con velata ironia, le banalità e aporie della società capitalista.

La televisione, madre, per certi aspetti, di questi cortocircuiti e contraddizioni è invece il fulcro delle ricerche coeve, e tuttavia differenti, di Michelangelo Pistoletto e Mario Schifano, presentate dalla Sangallo Fine Art di Vasto.

Siamo a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70, quando Pistoletto inventa uno dei dispositivi artistici più rivoluzionari del XX secolo: i quadri specchio. In questi, lo spettatore non convive semplicemente con l’immagine stampata sul vetro, bensì la performa, creandola e ri-creandola nella sua perenne trasformazione. Sincronia e interattività, spesso orchestrate nella televisione, si imprimono qui, integralmente, nell’opera.

Mario Schifano fotografa invece la televisione «Come musa ausiliaria e finestra sul mondo». Precoce sismografo della dirompenza dei media digitali, Schifano ferma il rigurgito eterno della televisione, sublimando i suoi fotogrammi in rivoluzioni dell’attimo. Le sue tele emulsionate, adattate alla curvatura del tubo catodico e rifinite in smalto, mantengono una qualità e luminosità modeste, rispetto agli standard attuali, che evoca, tuttavia, quell’eroismo ambiguo, proprio dei primi contatti tra televisione e società italiana.

Sono molteplici comunque i grandi nomi che contendono la scena: Mario Sironi, Arnaldo Pomodoro, Piero Manzoni, Mimmo Rotella, Carla Accardi, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Omar Galliani, Emilio Isgrò, Paolo Scheggi, Victor Vasarely, solo per menzionarne alcuni.

Non mancano poi artisti in ascesa come Paolo Cotani, Beatrice Gallori e Tino Stefanoni; nonché i Maestri dell’Estroflessione: Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Giuseppe Amadio e Turi Simeti che, già presenti negli anni passati, rappresentano un’ingente porzione anche di questa 35esima edizione. Sotto i riflettori poi i grandi nomi internazionali di Nobuyoshi Araki e Ross Bleckner.

Giuseppe Uncini, Spazi di Ferro, n. 66 (1990). Opera esposta ad ArtePadova 2025, foto scattata in situ

Ad aver intercettato la nostra attenzione, sono state poi alcune opere singole di Giuseppe Uncini, Arcangelo Sassolino e Valdi Spagnulo di cui vi proponiamo un breve approfondimento.

Assolutamente monumentale – pur nelle sue ridotte dimensioni – appare Spazi di Ferro, n. 66 (1990) del Maestro Giuseppe Uncini, presentata dalla Galleria Open Art di Prato. Lasciando intravedere i nervi portanti che sostengono il cemento, e che contrastano con la sua superficie di ruvida compattezza, Uncini trascende la materia come metafora esistenziale, riappropriandosene come puro materiale.

Sempre nello sforzo fruttuoso fra forma e struttura, sostegno e sostenuto, si inserisce poi l’installazione I DUE MONDI (2020) di Arcangelo Sassolino (1967), esposta dalla Galleria Lara & Rino Costa di Valenza. Sassolino, uno degli artisti italiani più rilevanti sulla scena contemporanea, trasforma oggetti apparentemente banali o quotidiani in macchinari del pensiero. Agenti che, ricevendo o imprimendo tensioni fisiche, non si limitano d evocare conflitti umani ma suggeriscono un’inevitabile rottura dello status quo che, già inscritta nel loro equilibrio precario, sembra solo essere rimandata.

A chiudere infine il breve l’itinerario qui dettagliato è il Grande Portale (2005) di Valdi Spagnulo (1961), presentato da Oltrearte Galleria Contemporanea di Conegliano. Ferro e acciaio si intrecciano in una composizione che conserva la spontaneità del metallo piegato a mano e l’intuizione di un disegno lineare. Frammenti di plexiglass – evocazioni nostalgiche della sua terra natale, la Puglia – lo smaterializzano poi luminosamente. E così, il Grande Portale – anche se affisso alla parete come una stampella di fragilità lucente – non cessa di invitare lo spettatore ad un percorso di iniziatica sospensione.

Valdi Spagnulo, Gran portale, 2005, ferro, acciaio inox, plexiglas, pigmentato trattato, 135 x 194 x 15 cm. Opera esposta ad ArtePadova 2025 e fotografata in situ

C’è tempo fino a lunedì, 17 novembre, per intraprendere questo percorso all’interno di ArtePadova, una fiera che si conferma un appuntamento significativo per cogliere certe tendenze del mercato e direzioni dell’arte, italiana e non solo.

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