Che cosa resta di Zona Maco 2025? Il report da Città del Messico

di - 12 Febbraio 2025

Visitare Zona Maco significa immergersi nel cuore pulsante dell’arte contemporanea latinoamericana, un universo che si espande ben oltre la fiera stessa, coinvolgendo tutta Città del Messico in un fermento culturale che non ha eguali. L’edizione di quest’anno (dal 5 al 9 febbraio) si è distinta per un’energia travolgente, con un pubblico giovane e appassionato che ha affollato gli stand e partecipato attivamente ai dibattiti. Le gallerie internazionali più prestigiose si sono date appuntamento per presentare il meglio della scena contemporanea, da artisti affermati a talenti emergenti.

Guadalajara Art Weekend, un’anticipazione (strategica) del clima della fiera

La settimana precedente alla fiera, la città di Guadalajara ha offerto un’anticipazione raffinata e ricercata. La galleria Curro ha ospitato una straordinaria mostra personale di Andrea Galvani, The Void Migrates to the Surface, un artista noto per il suo approccio scientifico e concettuale alla fotografia e all’installazione. La sua esplorazione dello spazio e della percezione ha affascinato i visitatori, confermando l’importanza del weekend pre-MACO come un momento di approfondimento imprescindibile.

Andrea Galvani © The Lost Garden of Heaven, 2024-2025, Partial Installation View

La mostra presenta una serie di grandi installazioni di pietre e massi, schermi e colonne di mele in ceramica che formano un ortus conclusus sospeso nel tempo tra natura e I-tech: poderosa riflessione sulla progressiva perdita della diversità biologica su cui aleggia un’atmosfera malinconica di bellezza e morte. Da notare l’impeccabile organizzazione della galleria madrilena Travesía Cuatro, che nella sua bellissima sede tapatía (di Guadalajara) progettata da Luís Barragán ha ospitato la mostra dell’artista Argentina Mariela Scafati, e dell’emergente Romeo Gómez López (fresco vincitore del premio a Zona Maco) (e le visite agli studi di Jorge Mendez Blake, Gonzalo Lebrija, e gli imperdibili murales di José Clemente Orozco al Museo Cabañas).

Gadalajara, Taller Mexicano de Gobelinos

Il weekend si è concluso con una festa alla Fabbrica Ceramica Suro, con i folkloristici Mariachi e un vastissimo pubblico interessato all’esposizione di progetti realizzati da artisti e artigiani, si segnala, inoltre, la visita al Taller Mexicano de Gobelinos dove siedono ai telai abili tessitori che conservano pratiche secolari importate dall’Europa e che oggi, lavorando con artisti e designers internazionali, contribuiscono a rigenerare pratiche tradizionali a rischio di estinzione.

Zona Maco 2025: struttura, artisti, gallerie e affluenza

L’edizione 2025 di Zona Maco ha presentato un equilibrio perfetto tra artisti affermati e nuove voci della scena internazionale, suddividendosi in sezioni ben distinte. Nella sezione principale, tra le gallerie più attese troviamo kurimanzutto, che ha esposto lavori di Gabriel Kuri e Abraham Cruzvillegas, ha attirato un pubblico numeroso, grazie alla loro ricerca sulla materialità e sul valore simbolico degli oggetti. OMR ha presentato un affascinante solo show di Jose Dávila, le cui sculture giocano con il concetto di equilibrio e gravità.

Il settore ZONAMACO SUR, a cura di Manuela Moscoso, ha messo in discussione le narrazioni eurocentriche dell’arte contemporanea. Max Estrella ha portato una selezione innovativa di artisti come Carlos Amorales, esplorando le tensioni tra lingua e potere visivo. La sezione ZONAMACO MODERN ART ha reso omaggio a maestri storici come Diego Rivera e Rufino Tamayo, accanto a riscoperte meno note ma fondamentali nella costruzione della modernità artistica messicana. Mentre tra gli stand di ZONAMACO FOTO, il linguaggio fotografico ha avuto un ruolo di rilievo con artisti come Pia Elizondo, che ha esplorato la fragilità della memoria attraverso il mezzo fotografico.

Zona Maco 2025

Tra le gallerie da segnalare, spicca Galería Max Estrella, che ha dato spazio a Omar Rodrìguez-Graham con una serie di splendide opere realizzate in Italia in occasione di una residenza presso la Fondazione MACC di Calasetta (Sardegna), Travesía Cuatro, che ha proposto una riflessione sulla relazione tra spazio urbano e identità culturale. Tra le gallerie si menzionano OSLO CONTEMPORARY per il progetto a sfondo sociopolitico, la galleria REVOLVER di LIMA/ BUENOS AIRES/NUEVA YORK per la qualità dell’esposizione. Ciò che ha reso speciale questa edizione è stato il pubblico giovane e altamente coinvolto, a conferma di come l’arte contemporanea stia diventando sempre più accessibile e partecipata. Il fermento culturale ha invaso l’intera città, con eventi e mostre che si sono estesi ben oltre il perimetro della fiera.

Material, la fiera dell’avanguardia

In parallelo a Zona Maco, Material Art Fair ha continuato a distinguersi per la sua audacia curatoriale. Con 72 gallerie da 20 Paesi, ha offerto una visione fresca e sperimentale della scena artistica contemporanea. Tra le gallerie più innovative, Galleria Macca ha presentato un potente solo show di Ruben Montini, incentrato sulla lotta per i diritti LGBTQ+. La galleria ha aperto recentemente a Città del Messico contribuendo attivamente a strutturare un avamposto privilegiato per l’osservazione del mercato dell’arte in Sudamerica.

Da segnalare sono in particolare le gallerie Llano di Città del Messico e PROXYCO, l’italiana EASTCONTEMPORARY, che presenta un dialogo tra una nuova serie di opere tessili di Eliška Konečná (Repubblica Ceca) e una serie di sculture di Mara Verhoogt (Romania) e la GALERÍA MUY di San Cristóbal de Las Casas, México per il valore territoriale delle opere e degli artisti presentati. MATERIAL si conferma come la piattaforma perfetta per le gallerie emergenti, con nomi di spicco come Instituto de Visión e Peana, che hanno saputo sorprendere con approcci curatoriali audaci e fuori dagli schemi.

Material Art Fair, galleria MACCA, opere di Ruben Montini

Non solo Zona Maco 2025: gli eventi collaterali

Un momento di grande rilievo è stata la grande retrospettiva dedicata a Gabriel Orozco (al Museo Jumex), un artista che ha ridefinito i confini tra oggetto artistico e spazio pubblico. La sua influenza sulla nuova generazione di artisti messicani è stata evidente in molte delle esposizioni presentate in fiera. Tra gli altri eventi di spicco, la splendida duale a Travesía Cuatro di TERESA SOLAR ABBOUD con la mostra intitolata Tu sombra sustituida, e LA CHOLA POBLETE con Melancolía del futuro. Ancora la mostra En octubre brota el amarillo GROUP SHOW della Galería Saenger, primo progetto di arte contemporanea ospitato da Casa Limantour, curato da Eduardo Luque con l’assistenza di Christian Barragán, tra cui sospesi tra figurazione e astrazione sono i fiori velenosi di JAVIER PELÁEZ.

Gabriel Orozco, antologica, Museo Jumex

La Fundación MARSO, che ha compiuto 15 anni, ha festeggiato con una mostra di FRITZIA IRÍZAR e una serie di ambienti dedicati alla promozione dell’artigianato territoriale. Presso l’Istituto Italiano di Cultura nella prestigiosa sede di Coyoacan è in corso la mostra/residenza di Cristian Chironi La caduta delle stelle, a conferma del programma di altissimo valore artistico che l’Istituto sta portando avanti sotto la guida del direttore Gianni Vinciguerra.

Cristian Chironi, La caduta delle stelle”, Istituto Italiano di Cultura

Un mercato radicato nel contesto sudamericano

Ciò che rende Zona Maco unica è la sua capacità di intrecciare il panorama artistico internazionale con l’identità sudamericana. Il mercato dell’arte latinoamericano ha una peculiarità cromatica e narrativa inconfondibile: la vivacità delle opere esposte è spesso permeata da tonalità calde e materiche, evocando una connessione profonda con la terra e le tradizioni indigene. Questa edizione ha visto una forte presenza di artisti che esplorano il dialogo tra contemporaneità e radici culturali, come Tania Candiani e Bosco Sodi, i cui lavori sono intrisi di elementi materici e simbolici che richiamano le dinamiche sociali del continente. L’energia di Zona Maco deriva dalla sua capacità di fungere da ponte tra mercati consolidati e artisti emergenti, tra collezionisti istituzionali e nuovi appassionati d’arte. La sua specificità risiede nella creazione di una narrazione visiva che fonde il passato con il futuro, offrendo una prospettiva autenticamente sudamericana nel panorama globale dell’arte contemporanea.

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