Dopo aver ospitato una difficile e controversa edizione dei Giochi Olimpici, con la capienza di stadi e palazzetti ridotta al minimo, Tokyo si prepara a un altro appuntamento, questa volta nell’arte contemporanea: dal 4 al 7 novembre 2021, nella città nipponica si svolgerà la prima edizione della sua Art Week, il cui programma è stato appena annunciato. Organizzato da Japan Contemporary Art Platform in collaborazione con CADAN – Contemporary Art Dealers Association Nippon, l’evento si svolgerà in 50 sedi in tutta la città, tra cui il Mori Art Museum, il Museo Nazionale di Arte Moderna e la Tokyo Opera City Art Gallery, oltre ad alcune tra le più importanti gallerie dal respiro internazionale, come Blum & Poe, Perrotin, SCAI The Bathhouse, ShugoArts e Taka Ishii Gallery.
Previsto anche un programma dedicato all’arte performativa, che si svolgerà a bordo di autobus speciali, “Art Mobile”, che collegheranno i vari spazi espositivi lungo quattro diversi percorsi. Yung Ma, che ha anche curato la Seoul Mediacity Biennale di quest’anno, sta organizzando il programma “Moving Voices”, al quale parteciperanno artisti e i collettivi come Group Ongaku, Yuko Mohri, Akira Takayama e Mieko Shiomi.
«Come piattaforma inclusiva e orientata alla collaborazione tra artisti, gallerie, musei e altri professionisti, l’Art Week di Tokyo sarà una celebrazione unica della creatività e della diversità dell’arte contemporanea in Giappone», ha affermato Atsuko Ninagawa, proprietario della Take Ninagawa Gallery e fondatore e direttore della manifestazione. «Tra architettura, design, moda, food e vita notturna, la concentrazione di progetti originali renderà l’Art Week di Tokyo la prima destinazione per l’arte contemporanea in Asia e oltre», spiegano dall’organizzazione.
A dare il suo sostegno a questo ambizioso progetto, che punta a inserirsi in un calendario di settore già abbastanza affollato ma incerto a causa delle restrizioni dovute al Covid, un gigante dell’arte: Art Basel. Secondo Ninagawa, questa partnership contribuirà a rafforzare i legami tra la scena artistica giapponese e la comunità internazionale. «Siamo onorati di far parte di questo sforzo entusiasmante per portare l’attenzione del mondo sulla dinamica scena artistica contemporanea di Tokyo, sede di alcune delle gallerie e istituzioni più longeve e rispettate in Asia», ha affermato Adeline Ooi, direttrice del dipartimento Asia di Art Basel. «Questo progetto riflette la convinzione di Art Basel nella collaborazione e il nostro impegno a lungo termine per rafforzare e aiutare a sviluppare le infrastrutture nei contesti artistici in crescita dell’Asia», ha affermato Ooi.
A pesare su questa collaborazione, probabilmente, anche la complicata situazione politica di Hong Kong, dove Art Basel piazzò la sua bandierina con la prima fiera già nel 2013. Aprire nuovi fronti e scoprire altri mercati, in un momento così delicato per le fiere e i grandi eventi, è diventano ancora più urgente. Frieze, che di Art Basel è una diretta competitor, presenterà la sua prima fiera asiatica a Seoul, in Corea del Sud, il prossimo anno, dal 2 al 5 settembre 2022, negli spazi del COEX, nel Gangnam district, in collaborazione con Kiaf Art Seoul, la fiera d’arte più importante del Paese. Ma da Art Basel rassicurano: il rafforzamento della presenza in Asia è complementare al core business di Hong Kong, che rimarrà saldamente la sede della tappa asiatica della fiera. Insomma, in attesa di Basilea, dal 23 al 26 settembre 2021, niente Art Basel Tokyo, almeno per il momento.
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