La fiera ha un suo punto di forza nella sezione Focus
Japan,
complessivamente davvero interessante e di buon livello. Toki-No Wasuremono
di Tokio associa ai maestri della fotografia occidentale come Doisneau, Ray o Weston quelli giapponesi, segnatamente Akira
Gomi e Michiko
Matsumoto. Di
quest’ultimo si apprezzano ritratti d’artista di Niki De Sainte-Phalle e Yoko Ono. Di Shonandai Gallery si
segnalano il minimalismo virtuoso di Susumo Takashima, che crea labirinti con
sottilissime matite colorate, di Trinity gli ectoplasmi di peluche
dipinti da Kayoko Watanabe. In entrambi i casi non è certo la tecnica a far difetto.
Nroom sceglie due giovani, complementari e con
buona personalità: Kiyomi Irie reinterpreta la tradizione degli inchiostri su carta,
mentre Chihiro Kabata usa comuni penne a sfera per realizzare composizioni nevrotiche e
intense.
A chiudere la sezione contribuisce anche la milanese Nobili,
una vera sorpresa. Specializzata nei tradizionali paraventi, di cui espone
alcuni splendidi esempi dal XVIII secolo ai primi del Novecento, a foglia
d’argento o con disegni di ispirazione naturalista, associa pittoriche stampe
alla gelatina d’argento di Yamamoto Masao, paesaggi notturni e squarci naturali di sapore
romantico e gotico.
La main della fiera si presenta assai disomogenea. Può
accadere di vedere di tutto: non mancano presenze imbarazzanti come la croata Lunaris,
con un campionario di mici mascherati dagli occhi cangianti di glitter, ma
qualche spunto interessante lo si rintraccia.
Alle Galleria delle Battaglie si segnalano i
paesaggi organici e stranianti di Pastorello e quelli nebbiosi di Alberto
Zamboni, mentre
da Antonella Cattani ecco le sculture del genius loci Ulrich Egger e le scene vintage di Max Rohr, i cui ambiti di ispirazione
concettuale ed estetici confinano con quelli della scuola di Lipsia, in
particolare con quelli propri del caposcuola Neo Rauch.
Sul fronte transalpino, L.A. Gallery lascia la
ribalta a Jean Denant, artista con una certa inventiva, presente qui con alcune tavole
incise e graffiate ad abbozzare stereotipi militareschi. La sua è una
produzione articolata, che spazia dall’installazione agli interventi nello
spazio di vocazione scultorea.
La milanese Conduits gestisce l’ampio spazio
alternando i lavori seriali e neoromantici di Ann Craven: dopo i pappagallini e i notturni
ora è il turno dei felini.
Per Gianfranco Pulitano la vita contemporanea è
programmata come una catena di montaggio: nelle sue installazioni, di cui un
esempio è portato dalla galleria belga (ma gestita dall’italianissima Rosa Anna
Musumeci) Artecontemporanea la tecnologia serve a stigmatizzare aspetti
quali il consumismo o la videosorveglianza. Da segnalare anche le opere di Nico
Angiuli che, tra
impegno e ironia, non mancano di freschezza.
Storico stand è quello de Il Ponte di Roma con Calzolari e Vettor Pisani, Piacentino e Mochetti, mentre da De Faveri
l’artista Devis Venturelli indaga in video le possibilità di trasformazione di un
corpo in movimento con piglio futurista.
Alla fiera partecipano anche Fotografi Senza Frontiere,
onlus votata alla produzione d’informazione etica e sostenibile attraverso
progetti laboratoriali e sperimentali, e una rappresentanza del fronte lowbrow:
The Don Gallery di Milano mette in fila piccoli lavori di Farey
Shepard, Space
Invaders, Mike
Giant e Barry
McGee, mentre la
romana Mondo Bizzarro punta su una selezione di emergenti, tra cui
spicca però un lavoro della star inglese del graffitismo Banksy. Ironia e trasgressione connotano
infine anche la bulgara Bulart, a dimostrare l’apertura della fiera
bolzanina a vari ambiti di mercato.
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alfredo sigolo
dal 4 al 7 marzo 2010
Piazza Fiera, 1- 39100 Bolzano
KunstArt 10
Info: www.kunstart.it
[exibart]
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Condivido l'analisi ed i contenuti dell'articolo. A mio parere tra le fiere cosidette minori una di quelle con maggiori chances di crescita è Genova, giunta quest'anno alla sesta edizione, purchè sia in grado rapidamente di creare una connessione con il panorama cittadino , gallerie per la presenza in fiera ed istituzioni per forti iniziative collaterali, ad oggi molto carente
Cosa ne pensa Alfredo Sigolo sul concetto di selezione, visto che ne parla per le fiere "importanti", pensando all'articolo di Alcatraz di Alessandro Riva?