fototalking | Intervista a Fabiola Naldi

di - 2 Giugno 2003

Nel libro I’ll Be Your Mirror (edito in marzo per la Cooper Castelvecchi) analizzi il travestitismo fotografico. Partendo da Rrose Sèlavy di Duchamp sino a giungere ad una contemporaneità ristretta, approfondisci i casi di circa trenta artisti.
La ricerca è partita dagli approfondimenti critici/estetici del mezzo fotografico nel corso della storia dell’arte di questo ultimo secolo. Dalle varie letture sull’utilizzo estetico di questo medium affascinante si è affiancata, in omologia, la riflessione sul trasferimento di ruoli operato dagli artisti presenti nel libro e reso successivamente REALE dalla mediazione fotografica.

Il medium fotografico risulta particolarmente congeniale per operazioni artistiche legate al mascheramento ed alla messinscena. La fotografia certifica una realtà simulata, ma illusivamente reale dove l’artista è libero di inscenare molteplici identità attraverso cui sedurre l’osservatore. Definisci l’artista come “killer innocuo intento ad occultare le prove delle sua identità”…
La fotografia permette di mettere in scena (per mezzo di un surrogato visivo tangibile) le fantasie più nascoste, i desideri mai realizzati. Il portavoce artistico del travestimento fotografico sceglie di rilevare e rivelare piccoli angoli oscuri della propria identità addentrandosi esteticamente nella propria “persona” così come nei personaggi/ruoli altrui. Ma per fare questo il primo passo da compiere è annullarsi fisicamente in funzione del mascheramento alieno. Dove per alieno intendo l’anomalia, la diversità, la realtà straordinaria di un particolare ordinario, comune e riconoscibile. Appare così la figura del Killer innocuo, ovvero colui che uccide virtualmente la propria identità di partenza (o il genere sessuale di riferimento) per essere finalmente libero di divenire chiunque egli desideri essere per un istante reale e per un’infinità temporale illusoria data dalla stessa fotografia.

Tra i casi analizzati resta molto interessante la congiuntura con i trasformismi che hanno segnato la scena musicale tra gli anni sessanta e settanta: dai Velvet Underground al Glam Rock, da Lou Reed a David Bowie…
Ho scelto l’ambito musicale (e non quello cinematografico, teatrale o performativo) perché molto simile all’atteggiamento dadaista provocato nel 1921 da Marcel Duchamp e dal suo corrispettivo “tecnico” Man Ray. Nel Glam Rock, oltre ai dischi, i concerti, le performance visive di tutti questi grandi autori (che mantenevano un aspetto “live” e quindi molto etereo), si pratica il medesimo approccio di ARTE TOTALE tipico del Dada storico. E così i nuovi Duchamp “Glam and Glitter” sono Bowie, Reed, Bolan, Eno, Gabriel, mentre l’esecutore pratico dell’immagine, il nuovo Man Ray, è Mick Rock.
Questo neo approccio estetico viene ben compreso anche dal critico Amman ch e, nel 1974, organizza la prima mostra, intitolata TRANSFORMER, in cui arte e musica si incontrano rivelando le stesse desinenze concettuali.

Tra gli artisti analizzati quale ti ha più affascinata?
Come critico e storico del movimento del travestimento fotografico ritengo che tutti gli autori analizzati sono di enorme importanza e seduzione. Come “amori artistici personali” dico Cindy Sherman e Matthew Barney perché, in modo differente, riescono a scenografare e sublimare ogni aspetto concettuale trattato nella ricerca.

Il target del libro?
Il volume ha dichiaratamente un approccio storico artistico e il pubblico del settore è l’utente privilegiato a cui mi rivolgo. Credo, però, che altri bacini di utenza troveranno curioso ed interessante l’argomento. Molto sinceramente ti dico che vorrei non avere un target preciso di lettori, ma solo persone interessate ad approfondire un argomento “diverso” così come è quello del travestimento fotografico.

Bio
Fabiola Naldi è curatrice e critico d’arte. Collabora con il corso di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Bologna (DAMS). Scrive per la rivista “Flash Art”. E’ stata curatrice per la sezione Arte alle tre edizioni del festival “Brescia Music Art” e autrice del programma di video-arte ARTTV su Match Music Satellite. Vive e lavora tra Bologna e Milano.

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francesca pagliuca

per le immagini si ringrazia la casa editrice Cooper Castelvecchi

[exibart]

Visualizza commenti

  • Argometo interessante e fuori dai "canoni canonici"!Bella intervista e molto fruibile.
    Jacopo

  • Salve sono una studentessa di arte,e proprio l'anno passato ho avuto come testo il libro di Fabiola naldi e devo dire che mi ha fatto crescere interiormente e mi ha aperto ad una mentalità ancora più elastica..per questo ho anche dedicato ilmio forum,chiamato proprio I'll be your mirror,anche come la canzone dei Velvet undergorund..fantastica!!!
    Il mio forum infatti parla anche di questo libro e di tutta l'arte carnale,la body art e più che altro il concetto di fotografia e deformazione dell'essere estetico..Un grazie a tutti!!!Grazie a Fabiola:)

    forum: http://www.turboweb.it/@mirror

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