Ph. Francesca Magnani
Continua la mia serie di collaborazioni con altri fotografi newyorkesi. Stavolta ho incontrato a Williamsburg per un caffè il fotografo David Graham che, dopo 25 anni di attività di scouting di location per registi e fotografi, ha pubblicato, con la casa editrice Keher, un libro di 70 fotografie tratte dal suo lavoro e dai suoi viaggi. In conversazione con lui abbiamo discusso dei giri che fa la vita e delle possibilità che possono nascere da occasioni mancate o carriere mai avviate, come ad esempio quella di film maker o sceneggiatore, che lui desiderava. Da lì il titolo: Locations di film che non ho mai fatto.
Qual è il tuo background?
«Sono un texano, nato a Dallas. Ho frequentato il college specializzandomi in produzione cinematografica all’Università di Austin. Ho iniziato la mia carriera nel cinema ispirandomi a registi come Altman, Boorman, Roeg e Malick. Ho diretto alcuni cortometraggi e alcuni video musicali. Per pagare l’affitto di 650 dollari al mese a New York – una cifra sbalorditiva per me negli anni ’90 – ho trovato la mia strada nel campo del location scouting per film. Vengo ingaggiato per essere l’occhio del regista e trovare spazi già esistenti in cui mettere in scena una fiction.
Posso girare per le strade di New York per trovare il tetto perfetto per una scena di inseguimento da brivido (The Bourne Supremacy), per i sobborghi del Connecticut per trovare la perfetta casa americana della metà del secolo scorso (The Ice Storm) o perlustrare i dintorni in cerca di ville gotiche per Anthony Hopkins (Vi presento Joe Black). Ho lavorato con registi e fotografi importanti come Patrick Demarchelier, Paul Greengrass, Steven Klein, Ang Lee, Peter Lindbergh, Michael Mann, Todd Haynes e, più recentemente, Steven Spielberg».
Qual è la tua traiettoria come fotografo?
«Come scout posso scattare centinaia di foto al giorno, quindi in questo senso sono un fotografo da quando ho iniziato a fare scouting negli anni ’90. Ma è solo dopo aver fatto dei corsi di street photography che ho iniziato a fotografare davvero, ed è stato solo dopo aver partecipato ai workshop di street photography con Alex Webb e Rebecca Norris Webb che ho iniziato a lavorare sui miei nodi creativi come fotografo di strada. Ho partecipato a tre workshop con loro e poi mi hanno chiesto di farmi da guida per il mio primo libro, The Last Car».
Cosa ti ha portato al lavoro attuale?
«Locations From a Movie I Never Made è nato con l’aiuto di Rebecca Norris Webb e Alex Webb in un workshop che ho tenuto con loro volto proprio a sviluppare un’idea di libro. Rebecca ha proposto il titolo e io me ne sono innamorato all’istante».
A New York gli appassionati di fotografia potranno incontrare l’autore giovedì, 10 ottobre, dalle 18 alle 20, al gin bar The Ivory Peacock.
Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…
L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi piĂą interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…