La mostra presenta una ventina di artisti impegnati nella fotografia contemporanea di paesaggio. Diversi approcci all’idea stessa di
paesaggio, che introducono la riflessione su alcuni dei modi possibili di intendere l’ambiente che ci circonda: da analisi introspettiva a visione all’insegna dell’oggettività, da studio descrittivo fino alla deriva concettuale. Risulta così difficile poter parlare di ogni autore e descriverne il lavoro. Possiamo però intravedere, in questa rassegna, alcuni temi comuni e soprattutto un forte desiderio di fare fotografia.
Ci pare, ad esempio, si possa evincere una viva attenzione alla fotografia analogica, che ancora sembra essere elemento peculiare nell’approccio al paesaggio e fonte di analisi del mezzo fotografico. Lo si può notare nella serie
Paesaggi Strappati di
Antonio Rovaldi, negli
Oros di
Claudia Pozzoli o nelle diapositive
How sweet di
Michael Fliri.
Alcuni approcci più descrittivi come
Within di
Claudio Gobbi,
Magredi di
Marco Citron o
Palmo a Palmo del duo
Richard Sympson si soffermano maggiormente sulla percezione del paesaggio e le funzioni a esso attribuite. Analisi della fotografia come linguaggio si trovano in
Ettore Favini, nel lavoro di
Stefano Graziani e
Giulia Nomis (più che ampiamente rappresentati in confronto agli altri autori) o nell’opera di
Marco Campanini.
Ma sono aspetti e temi (altri ce ne sarebbero) che scorrono tra le opere e in esse si confondono. Non è possibile, infatti, circoscrivere questi lavori a un unico
genere o definire l’intento creativo degli autori all’insegna di una tematica esclusiva. Ciò che emerge è la complessità del soggetto – il paesaggio – e la molteplicità dei suoi possibili svolgimenti. Questi fotografi hanno usato il tema infatti come pretesto per esplorare la loro spinta creativa e le specificità del medium, e con forte energia, come si percepisce dai lavori esposti.
Nonostante la buona scelta delle opere, spiace dover segnalare una certa sufficienza allestitiva, che rende a volte difficile la fruizione della mostra. Le fotografie sono presentate senza introduzione e descrizione del percorso, e ci si trova in difficoltà a guardare alcune opere a causa della loro collocazione o delle carenze in fatto di illuminotecnica.
Segnaliamo inoltre che il bel poster-dépliant, prodotto per descrivere le opere attraverso la voce degli autori, riporta alcune volte immagini che non sono esposte.