Perdersi nel labirinto di Marc-Antoine Mathieu, alla Galleria HDE di Napoli

di - 18 Maggio 2024

La proprietaria della galleria specializzata in arti grafiche e fumetto HDE Francesca Di Transo ha sempre avuto le idee chiare. Appassionata di comics quando i fumetti erano “roba da nerd”, fece dell’illustrazione la sua professione aprendo nel 2007 un piccolo ma vivacissimo spazio – la HDE, appunto – a due passi da Piazzetta Nilo, nel cuore del centro storico napoletano. In quei pochi metri quadri erano accolti grandi nomi e disegnatori in erba, si tenevano presentazioni di libri e piccoli cicli cinematografici.

«Ero ancora una studentessa di architettura quando nel 2007 riunii a Castel dell’Ovo 150 opere di Lorenzo Mattotti. A quell’epoca era a dir poco impensabile portare un artista di tale calibro in una città italiana che non fosse Milano» racconta la gallerista. «D’altronde ancora oggi l’illustrazione è considerata nel nostro Paese un’arte di serie B. Eppure la mostra fu un vero successo. Da lì capii che valeva la pena fare questo salto nel buio».

Un salto nel buio a cui seguì tanta sperimentazione: nel 2013 la galleria si trasferii a via Fiorelli, nel quartiere Chiaia. «Uno spazio più grande e, soprattutto, più vicino casa. Fu un modo per coniugare lavoro e vita privata – prosegue Di Transo – Furono gli anni della maturazione: RAP – Chiara Rapaccini, Altan, gli illustratori Marvel. Abbiamo portato in galleria il meglio del panorama internazionale e ho realizzato piccoli sogni di gioventù». Come nel caso della mostra dedicata a Francesco Tullio Altan, il padre della Pimpa. “Chi di noi non ricorda con amore la cagnolina a pallini rossi? Con Altan si è creato un feeling speciale. Durante il Covid, vedendo miei figli provati dalla mancanza della scuola e di socialità gli dissi: dovresti disegnare una Pimpa arrabbiata. Pochi giorni dopo mi arrivò una striscia con una Pimpa furibonda».

Gli anni del Covid sono stati per la HDE, come per tutti, molto difficoltosi. Ma sono stati anni in cui la gallerista ha avuto modo di pensare ad un’ulteriore evoluzione di HDE. «È stato durante i diversi lockdown, osservando le ripercussioni che la pandemia ha avuto sui ragazzi, che ho preso coscienza di quanto noi “adulti” facciamo poco per le nuove generazioni. Non ci sono spazi in cui davvero possano sentirsi liberi di lavorare sulle loro competenze e in cui confrontarsi con chi in questo può aiutarli. Ed è da qui che nasce per la terza volta HDE, uno spazio che sia prima di tutto “umano”». In un dedalo di 400 mq, la nuovissima HDE di via Martucci è galleria d’arte, ristorante, bar, sala cinema e luogo per eventi privati.

«La poliedricità di questo nuovo spazio è ben rappresentata dall’autore con cui abbiamo deciso di inaugurare: Marc-Antoine Mathieu. Fumettista e disegnatore, certo, ma anche artista a tutto tondo che ama sperimentare ogni forma di linguaggio: dalla scenografia all’istallazione, dalla scultura alla rielaborazione di opere letterarie». Il disegnatore francese approda alla HDE in occasione di Comicon – la grande fiera napoletana dedicata al fumetto – comparendo fra gli artisti internazionali ospiti nella sezione OFF.

«Nella mostra Dèdales – quale titolo sarebbe stato più congeniale allo spazio – Mathieu presenta per la prima volta due nuove produzioni editoriali: Deep me e Deep It». Nelle sue storie in bianco e nero l’illustratore rielabora in modo del tutto personale le ossessioni metafisiche di Kafka e Borges sul tema del labirinto come percorso dell’anima in cui è facile perdersi, ma anche come metafora della condizione dell’uomo moderno, pedina in un modello sociale perverso che spinge ad andare sempre avanti senza avere il tempo per riflettere su dove o verso cosa si stia andando veramente. «Sembra che le “strisce” gli stiano strette – prosegue la gallerista circa l’autore – Nel suo lavoro i limiti sono continuamente superati, i muri dei confini fra vignette demoliti. Il suo pensiero va sempre oltre. Non a caso con la serie in sette volumi Julius Corentin Acquefacques, è stato premiato ben due volte con il prestigioso Alph’Art del Festival di Angoulême».

Marc-Antoine Mathieu

Ma come mantenere le promesse di una partenza in grande stile? «Passione e duro lavoro – prosegue Francesca Di Transo – vorrei riportare Mattotti in città e poi lavorare sul territorio, sul concetto di gioco in contesto urbano. La HDE è un punto di partenza, un luogo per pensare e creare, ma da cui uscire per lavorare sul territorio. Il mio cassetto dei sogni è sempre pieno. Il segreto forse è proprio questo».

La mostra di Marc-Antoine Mathieu sarà visitabile alla Gallerie HDE di Napoli fino al 25 maggio 2024.

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