Si tratta di quattro sculture di terracotta, create dal grande regista tedesco Fritz Lang (1890-1976) durante il suo periodo precinematografico. Nell’ambito della prima guerra mondiale anche Fritz Lang fu mobilitato e, nel 1915, durante i 6 mesi di permanenza in Slovenia nella cittadina di Ljutomer, nelle retrovie dell’esercito, fece amicizia con il pioniere cinematografico sloveno Karol Grossmann (1864-1929). Il famoso regista lavorò l’argilla nel laboratorio di ceramica di Grossmann e nel giardino di quest’ultimo plasmò due vasi e numerosi mezzibusti, dei quali si sono conservati due mezzibusti del dio Bacco, con lineamenti d’autoritratto. Le statue erano state abbandonate nella soffitta della casa di Grossmann, ove furono scoperte nel 1984 dal Dott. Jure Miku?. I mezzibusti sono stati esposti per la prima volta nel 1985 a Lubiana, presso la Galleria d’arte moderna, ed in Italia, a Trieste, mentre nel gennaio dell’anno successivo sono stati esposti anche a Madrid, a Berlino, a Zagabria ed in altre città europee. La famiglia Grossmann, nel 1985, subito dopo l’esposizione di Lubiana, ha fatto dono delle sculture all’ex Museo del teatro e del cinema, mentre con la costituzione della Cineteca slovena nel 1986 le statue sono state prese in consegna da questo Ente.
La seconda parte dell’esposizione, rilevata anch’essa al periodo del cinema muto, rappresenta l’obolo della pittura slovena degli anni venti ai temi cinematografici, il che conferma lo stretto legame tra le due prassi artistiche, mai più ripetutosi in tale misura negli anni a seguire. Saranno esposte le opere di Avgust Černigoj (1898-1985), di Miha Maleš (1903-1987) e di Ivan Čarga (1898-1958), la maggior parte delle quali è stata creata a Lubiana. Di particolare interesse risultano inoltre le impressioni hollywoodiane del pittore e documentarista cinematografico Bo?idar Jakac (1899-1989), del 1292 e del 1930 (le opere esposte sono di proprietà di diverse gallerie e musei sloveni, della figlia del pittore Miha Maleš e della Cineteca slovena).
L’esposizione è corredata da un esauriente catalogo in lingua slovena, inglese ed italiana, mentre le prefazioni sono state curate dal Dott. Jure Miku? (La formazione artistica di Fritz Lang) e da Lilijana Nedič, custode della Cineteca slovena (Il cinema nella pittura slovena degli anni ’20).
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