Sembra un approdo, ma non l’ultimo, quello che Emilio Belotti, artista lombardo, docente di disegno e storia dell’arte a Bergamo, propone al pubblico torinese, in questa vasta mostra monotematica. Un breve approdo, dopo una lunga ricerca ed un’ampia sperimentazione in cui l’artista pare liberarsi della figurazione irreale delle opere degli esordi, per sfociare in una rappresentazione formale, dagli aspetti e dai contenuti meno scontati.
Forme geometriche arrotondate e linee rette si sovrappongono a formare, nella trentina di opere esposte, il teatro di una pittura visionaria, alimentata dalla forte spiritualità dell’autore. Il dualismo sembrerebbe essere una importante componente del lavoro di Belotti: luce-buio, bianco-nero, forma-colore si rincorrono e si alternano, sapientemente dosati hanno la capacità di rendere vive le opere che paiono quasi sul punto di mutare, di evolversi da un momento all’altro.
Nonostante un’apparente casualità, segni, forme e colori, sono il frutto di una lunga preparazione che parte dalla scelta della tela e attraverso i disegni preparatori e l’individuazione di alcuni elementi geometrici spesso ricorrenti, sfocia nella realizzazione, sempre meditata delle opere.
Belotti sembra staccarsi maggiormente, con questi ultimi lavori, dalle figure che lo hanno prevalentemente influenzato in questi anni, come Kline, Rothko, Chagall e dagli insegnamenti, pure preziosi, dei suoi insegnanti dell’Accademia di Brera, per “approdare” ad uno stile narrativo e formale personalissimo, che lo rende difficilmente catalogabile o ricollegabile a correnti e tendenze del passato o del presente e che lascia presupporre evoluzioni e cambiamenti futuri, nell’operare tipico di chi, per inquietudine spirituale e vitale curiosità, è sempre alla ricerca di nuove forme espressive.
Bruno Panebarco
Mostra visitata il 26.05.2001
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Bella la mostra, belli i colori, forte la spiritualità, bravo l'artista. A Emilio Bellotti i miei complimenti e cari saluti Maria Pezzica
Che età ha il maestro?
vorrei conoscere il maestro