Luisa Raffaelli traduce in immagini ricche d’appeal una serie di flash back interiori, di spaccati di irrealtà, combinando il materiale caotico del vissuto in una serie di fotopitture dalla trama raffinata e suggestioni surrealiste. Le opere appaiono come il prodotto di un’immaginazione sospesa tra sonno e veglia, di una narrazione che fluttua in maniera libera nello spazio e nel tempo, quasi un movimento della coscienza. Un contenitore di memorie, sentimenti, pensieri consci e semiconsci, abitato da presenze femminili celate nei tratti da una folta chioma di capelli in movimento. “Nulla più di un colpo di capelli è indicativo della volontà di una donna” scrive Maurizio Vallebona “non ci sono parole urlate che possano, sul piano della risolutezza deterministica, mettere in evidenza il già deciso”.
Una volontà, questa, che si afferma all’interno d’immagini nitide, attraverso le quali l’artista segna una linea sottile tra inconscio e rapporto con il reale. Ma il volto nascosto insieme ai gesti sospesi fanno pensare a una momentaneo allontanamento dalla materia, al levitare della coscienza in un altro posto. L’iperrealismo fotografico viene calato in una dimensione onirica che gioca con luci e ritocchi manuali, nella quale le figure di donna sembrano vivere, senza mediazione, quel confuso percorso mentale che sempre precede -anche se non sempre trova espressione- la consapevolezza.
Il risultato sono fotopitture a tinte forti, montate su alluminio e plexiglass con l’aggiunta di silicone, soluzione che dona una particolare lucentezza e un senso di fluido, liquido.
Un fluttuare di oggetti, una ricerca minuziosa dei dettagli: ogni particolare viene disgregato dalla realtà attraverso la macchina fotografica e i programmi di fotoritocco, per essere poi ricomposto nella rappresentazione di una sorta di limbo della coscienza. Un procedimento che ricorda lo stream of consciousness caro ai personaggi di Joyce (Molly Bloom, in testa), dove la frase viene frantumata e rielaborata secondo nuovi ritmi e nuova forma. Un tentativo di riprodurre le suggestioni che ci appaiono così chiare e naturali nel momento in cui ci colgono, quanto difficili da esternare e comunicare secondo linguaggi condivisi. Uno sforzo intellettuale che, per quanto porti a composizioni ricche di fascino e originalità, toglie immediatezza all’opera. Manca, cioè, l’elemento istintivo, si mantiene un’iniziale distacco tra opera e spettatore: ma forse è la stessa distanza che esiste tra conscio e inconscio.
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Torino, Gas Art Gallery
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www.luisaraffaelli.it
daniela mangini
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Joyce & Co. Galleria d’arte contemporanea
Vico del fieno 13 rosso, Genova
In collaborazione con Silvy Bassanese Arte contemporanea Biella
Catalogo a cura di Luca Beatrice
Ingresso libero. orari martedì – sabato ore 9,30-12,30 / 15,30-19,00
[exibart]
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