Di Ugo Nespolo, è già stato detto praticamente tutto: da molti anni esplora l’arte a trecentosessanta gradi, spaziando dalla sperimentazione alla grafica pubblicitaria, dilagando gioiosamente con il suo personalissimo alfabeto di segni nel vasto mondo dei mass media, così mettendone in luce ed esorcizzandone la sottile azione di appiattimento del gusto verso il basso. Il popolare artista piemontese è in questi giorni ancora a Genova, città con la quale ha un legame importante consolidato nel 1986 con La Bella Insofferenza , l’antologica dedicatagli dal Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce per festeggiare i suoi vent’anni di attività.
Nespolo contagia gli oggetti e le forme di comunicazione più comuni con i suoi ludici, caotici cartoon. Lavora con la pittura e con tecniche artigianali tradizionali, come la lavorazione del legno, il vetro e il patchwork, portando avanti un’idea dell’arte in permeabile, costante rapporto con il quotidiano che fa propria la lezione della Bauhaus. Scrive di sé: “ho ripensato all’idea dell’artista come ricreatore del mondo … così ho invaso campi affini, l’arte applicata tutta, lo scambio dei ruoli, il mettere il naso in altre faccende…“
Al Cancello di Matteo Musso, Nespolo è presente fino a metà gennaio con una mostra composita, articolata in diverse modalità espressive: vetro, legno, tela, sono accomunati dal trait d’union della fiaba che dà il titolo alla rassegna. Fiaba particolarmente presente in pezzi suggestivi, come le poetiche, divertenti sfere di cristallo che includono coloratissimi frammenti a comporre universi misteriosi, da indovinare come fanno nelle favole le streghe cattive.
Tra le opere esposte, spiccano anche un delicato vaso veneziano e alcune piccole statue, oltre ai lavori più tipici di Nespolo, tra i quali una bellissima grande tela. Gli spazi contenuti della galleria impongono una concentrazione di oggetti che esalta il tema fiabesco, trasformando l’interno del Cancello in una sorta di vivace, giocosa wunderkammer.
Una mostra divertente, che fa ripensare ad un passato testo di Luigi Serravalli che afferma: ”Nespolo oscilla fra esplosione e implosione, caos e armonia, distruzione e ricostruzione. In principio era il caos e noi al caos ci torniamo di fretta. A Nespolo – però – il caos piace immensamente. Da qui la sua serietà, il suo rigore, la necessità di una esatta analisi di una varietà sempre più multicolore, spezzettata, informe e, per questo, costruita e credibile.”
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