Non so bene come abbia fatto, ma è sempre stata l’arte, per prima, a modificare il nostro modo di pensare, di vedere, di sentire. Una riflessione, questa di Umberto Eco, che la Fondazione Carige fa propria attraverso un progetto fortemente voluto, proposto, articolato.
La Laicizzazione delle Muse è un’iniziativa nata tre anni fa per sviluppare in maniera approfondita e a tutto tondo le dinamiche che portano teatro, musica, letteratura e arte a incidere così profondamente nella società, intervenendo come pungolo silenzioso di cambiamenti epocali. Dopo aver parlato di teatro con Fuori Scena, di musica con Fuori Tempo, di letteratura con Fuori Pagina, è arrivato il momento di parlare di arte con Fuori Quadro, ultimo appuntamento che chiude il cerchio sui linguaggi espressivi classici.
Un forum internazionale che vedrà importanti esponenti della letteratura, dell’arte, della moda, dell’economia, personaggi che rappresentano un forte richiamo anche per i non addetti ai lavori. Il convegno di apertura di lunedì 18 ottobre affronta, come primo argomento, il tema del passaggio dell’arte da forme rappresentative, con l’imitazione della natura o la celebrazione di interessi politici, religiosi, borghesi, al suo ruolo interpretativo e di pura espressione. Si tenta di centrare il come e il perché l’arte è critica della vita, capace com’ è di fornire gli strumenti per comprendere la realtà in maniera più profonda e intelligente. Ne parleranno artisti diversi tra loro quali Mimmo Rotella, Arnaldo Pomodoro, Gianni Berengo Gardin e Vanessa Beecroft, della quale non è escluso un fuori programma.
Nella mattinata di martedì l’appuntamento è con direttori di musei, collezionisti, galleristi per dirimere una volta per tutte l’anacronistico conflitto tra economia e cultura. Sempre più le città che puntano sul turismo dell’arte godono di un indotto economico e di vantaggi nella qualità della vita, mentre il collezionismo si propone come alternativa di investimento. Nel pomeriggio, sempre al Palazzo della Borsa, Achille Bonito Oliva, Sergio Bracco, Gillo Dorfles, Rosita ed Ottavio Missoni si confronteranno sulla Metamorfosi del gusto, ovvero di come l’arte si inserisca nel tessuto sociale, perdendo l’aura di sacralità e divenendo componente che attinge dal quotidiano, e da cui il quotidiano attinge.
Dal 20 ottobre partono gli incontri tesi a sollecitare nuovi sviluppi e riflessioni sui temi del restauro e delle sue implicazioni filosofiche ed estetiche, dell’informazione artistica e, infine, delle interazioni tra arte contemporanea e neuroscienze. Il dibattito finale sulla Laicizzazione delle Muse vedrà protagonisti cinque grandi esponenti della musica, del teatro, della letteratura e dell’arte, tra i quali Niccolò Ammaniti e Sergio Escobar. Le installazioni video sonore di Serge de Laubier concluderanno un’iniziativa che ha avuto il merito di proporre Genova come città aperta alla ricerca e al confronto culturale, promotrice di un work in progress nell’analisi delle relazioni tra cultura, tecnologia, innovazione e società.
Un percorso che forse non è del tutto concluso. Perché secondo la responsabile delle attività culturali della Fondazione Rita testa: “Sarebbe ora interessante parlare delle Muse contemporanee: cinema, fotografia, televisione”…
daniela mangini
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daniela mangini ha recensito questo evento con dovizia e con precisione..resta cmq aperto ciò che dice la pres. della Fondazione Rita Testa: “Sarebbe ora interessante parlare delle Muse contemporanee: cinema, fotografia, televisione”…da prendere come stimolo per un prossimo evento..
roberto