Appena arrivati una scritta invita a cominciare la visita da sinistra, anziché da destra come sarebbe naturale: questo perché sull’estrema sinistra della bella sala del Tinaio degli Umiliati, il più antico manufatto architettonico dell’intera città di Alessandria, risalente al 1100 e recentemente restaurato, vi attende un’installazione che il visitatore può “utilizzare”.
Prendendo spunto dalla figura umana inscritta in un circolo di leonardiana memoria Garrone fa divertire il suo visitatore, attirandolo su una macchina che sembra presa di peso da una palestra per astronauti di Cape Canaveral: bloccate le gambe e la parte inferiore del busto il vostro corpo potrà ruotare a piacimento con minimi spostamenti di peso…un’assenza di gravità, un volo neanche tanto immaginario che è buon inizio per la scoperta dei mondi paralleli che intitolano la mostra.
Tutto questo in una porzione di sala buia ed illuminata da luci di Wood, dove spiccano i colori fluorescenti della macchina installata da Garrone e che è visibile dagli altri visitatori da un grande oblò ovale opaco.
Dopo alcuni oli facenti parti del ciclo “Apparizione fugace di esseri inorganici”, che richiamano nel segno e nel colore Arnulf Rainer, le grandi tele a olio acrilici e con ingrandimenti digitali di volti umani, sicuramente il momento più forte della personale (Memotem e Senza titolo, qui pubblicata), segni di una personalità che vuole andare “oltre” attraverso la rappresentazione soprattutto dei volti, pensando che il mondo (i mondi) sono (forse) visibili in un volto.
Acutamente Marisa Vescovo, dal testo critico del catalogo, descrive come “…in queste opere il “volto” – realizzato con tecniche digitali – è in effetti un paravento sottilissimo, trasparente in due sensi: verso lo spirito e verso la materia. Il volto è una “finestra” e quindi viene racchiuso in scatole-schermo, meglio in caschi-scafandri o tute spaziali, attraverso i quali si può guardare “dentro” ma dai quali promana uno sguardo segreto che si riversa sul mondo…”)
La mostra termina con altri piccoli olii su tela ed ha una piccola ma significativa appendice nelle foto di scena della brava Alessandra Vinotto, fotografa di compagnia del Teatro del Suono, di cui Filippo Garrone è stato fondatore alla fine del 1998 con Andrea Liberovici e Ottavia Fusco; di Garrone sono anche le scenografie dell’ultimo spettacolo Scene per 6 personaggi.com che il Teatro Stabile di Genova presenterà in questo mese di giugno.
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mostra interessante...condivido pienamente anche se l'orario è un po' limitato...notevole anche la galleria, poco conosciuta. ciao