Baricchi è giovane (ha poco più che trent’anni, è nato a La Spezia nel 1970), ma ha cominciato a dipingere ancora più giovane, inaugurando la sua attività espositiva all’inizio degli anni ‘90: ha maturato nel tempo un linguaggio personale, compiuto, che rende il suo lavoro immediatamente riconoscibile.
Le opere ora in mostra da Cardelli & Fontana raccontano un percorso coerente, che accompagna alla forza emotiva del colore una sintesi formale rigorosa, ostinata. Appena tracciati, evanescenti, sfumati sullo sfondo come ectoplasmi provvisori, piccoli soggetti compaiono nello spazio della tela per un istante, si fingono primattori su sfondi prepotenti pronti a rubare loro la scena.
Sono infatti gli sfondi i veri protagonisti delle tele di Mirko Baricchi : grandi campi monocromi animati da rare, lievi pennellate in camaïeu o da brevi segni grafici incisi a comporre frasi criptate, da tracce labili di colori a contrasto o dai ritmi geometrici di nitide campiture di materia pittorica, a comporre texture squadrate in rilievo.
Come scrive Flaminio Gualdoni nel testo del catalogo che correda la mostra, i quadri dell’artista spezzino rappresentano “Visioni essenziali, ma caricate d’una spinta emotiva pulsante, densa, che Baricchi padroneggia scandendo gli spazi della pittura secondo geometrie interne, oppure agenti come irritazioni sottili della superficie, in una interpretazione dell’inserto pittorico, o del collage, tutta interna all’avvertimento materiale dell’immagine. Baricchi ha rastremato la propria concentrazione a poche sostanze, e soprattutto a uno spettro circoscritto di toni. Sono, sempre, colori incarnati in spessori smagriti sino a farsi inameni, aggirantisi intorno a tonalità che sentono un rosso disagiato, rugginoso, e altrimenti eccitato a temperature alte e impure, oppure frequenze di giallo malato, nelle more dell’immediata captazione estetica; e bruni che si aggirano intorno alla misura del noir couleur.”
Per Baricchi il colore è un agente simbolico forte, irrinunciabile, a colmare l’apparente vuoto delle tele: colore padrone degli spazi semideserti che riconquista a soggetti transitori, provvisori come istanti, catturati dall’immagine dipinta una attimo prima di essere riassorbiti per sempre dal fondo vivo.
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