Categorie: Il fatto

Un imperdibile Dario!

di - 18 Dicembre 2014
Evviva Franceschini. Che nel suo infinito ipercinetismo non manca di deliziarci, talvolta, con uscite quasi commoventi. L’ultima, da Bruxelles, dove ha presieduto ieri il Consiglio formale dei Ministri della cultura, gioventù, istruzione e sport della UE.
Volete sapere quali illustri propositi sono usciti da questo “think thank” per aumentare la cultura? Prendiamo pari pari uno stralcio del comunicato: “I Ministri hanno sottolineato l’importanza di promuovere la lettura come strumento per diffondere il sapere”. Caspita! Che grande e illuminante pensiero! Ma andiamo avanti: “Il consiglio ha ratificato le proprie conclusioni sul piano di lavoro per la cultura 2015-2018, imperniato su quattro nuove priorità: cultura accessibile e inclusiva; patrimonio culturale; settori culturali e creativi; promozione della diversità culturale, cultura nelle relazioni esterne, cinema, turismo, mobilità e dialogo interculturale”.
Anche qui, insomma, le novità si sprecano! Come se chi si occupa seriamente di cultura non abbia mai fatto delle “relazioni esterne” e del “dialogo interculturale” le basi del proprio lavoro. Ma davvero c’era bisogno di andare fino a Bruxelles per spararle così grosse (così piccole)?
Ma andiamo avanti, al capitolo “turismo”. Pensavate di aver concluso l’epoca della “cultura come petrolio” e affini, con il più decente Ministro che abbiamo avuto nelle ultime legislature (Franceschini, appunto, dopo i vari Galan, Bondi e Ornaghi)? No, vi sbagliate, perché in questo caso il Dario Nazionale sembra ricalcare il rassicurante jingle dei beni culturali come economia per risollevare l’Italia, anzi, l’Europa intera! Come se Paesi come la Francia o la Germania non lo sapessero, e non puntassero sul settore, da decenni.
“Il consiglio si è pronunciato favorevolmente rispetto alla proposta di modalità innovative di partecipazione alla gestione patrimonio culturale che coinvolga cittadini, società civile, istituzioni pubbliche e private nella definizione delle politiche culturali col fine di incrementare la consapevolezza riguardo l’importanza di ciò che l’Europa ha ereditato dalle numerose civiltà fiorite nei millenni sul suo territorio”, si legge. Ma davvero, pensa te!
Dulcis in fundo una nuova proposta: l’istituzione de “L’anno europeo del patrimonio culturale”. Che cosa vorrà dire in soldoni lo scopriremo solo vivendo, ma pare un’altra delle infinite giornate dedicate a questo o quello, decisamente fini a sé stesse. «L’industria creativa rappresenta il 4,4 per cento del PIL europeo e il 3,8 per cento della forza lavoro europea e merita pertanto di essere maggiormente considerata. Cultura e turismo devono divenire la vera vocazione dell’Europa», ha dichiarato Franceschini. Grazie davvero per questa nuova, illuminante, lezione!

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