Categorie: in fumo

in fumo_riviste | Nuove bande per gli anni ‘10

di - 24 Febbraio 2010

Il fumetto è ovunque. Nelle pubblicità, sui quotidiani,
nei fascicoli e in 3d. Ma forse non ce ne accorgiamo. O, meglio, fingiamo di
non vedere. Come se preferissimo ignorare questo meraviglioso modo di
raccontare storie e condividere idee e concetti, a volte anche complessi, per
non sentire l’ingombrante imbarazzo di una forza espressiva che spesso sfugge
alla critica e alla massa. Ma il fumetto è fatto così: ha potenzialità enormi,
è utilizzato e sfruttato e non sempre riconosciuto.
In una fase come questa, in cui i piccoli distributori
chiudono i battenti perché il giro d’affari crolla a picco e i fumetti sono per
lo più allegati in serie a quotidiani o settimanali che li alternano ai gadget
di cucina, ci sono persone coraggiose (pardon, artisti) che, anziché
abbandonare il tavolo da gioco, alzano la puntata. Conseguenze? O perdi tutto o
sbanchi. Gli estremi sicuramente non fanno parte del gioco editoriale. Ma un
po’ di sfrontatezza certo non guasta. Perché, al di là dei numeri, delle
tabelle e dei bilanci, se al pubblico si offre un prodotto ben fatto, fresco,
innovativo ma non presuntuoso, beh, è molto probabile che la risposta superi le
aspettative.
Prendiamo ad esempio Coniglio Editore. Da tempo è presente
nelle edicole, nelle fumetterie e in libreria. Certi titoli hanno segnato un
pezzo di storia (la rivista Blue, tanto per fare un nome). Poi sono stati costretti a
scomparire o a trasformarsi in qualcosa di diverso. Magari sul web. “Non
dobbiamo pensare alla rivista come qualcosa di eterno”
, dice Laura Scarpa. Disegnatrice, fumettista,
sceneggiatrice, giornalista, per l’editore Francesco Coniglio cura, fra le
altre cose, le riviste Scuola di fumetto e ANIMAls. “Pensare a una rivista che duri in eterno
significa raggiungere il fallimento, prima o poi. ‘Linus’, sia benedetto,
esiste dagli anni ‘60. E forse è un’eccezione. L’importante, se si crede nel
prodotto, è insistere nel proprio lavoro”
. Altrimenti? “Va
modificato il percorso, come è accaduto con ‘Blue’”
, risponde Laura. “Anche
se il prodotto è bellissimo, se le vendite calano si riduce la tiratura e la
discesa si sente anche in edicola”
.
Così Blue diventerà Touch! (a partire da marzo 2010). E due o tremila fedeli
lettori, pur molto dispiaciuti, nel frattempo avranno avuto modo di consolarsi
con ANIMAls.
Da qui cominciano, infatti, nuovi percorsi. Il problema, però, è far recepire
il messaggio. Non solo ai lettori, ma anche agli edicolanti. S’è visto ANIMAls – rivista di fumetti, storie, la
vita e nient’altro – accanto alla sezione rossa vietata ai minori. Il porno
(non l’erotismo) accanto al fumetto d’autore. Strana associazione. “Il
primo numero, a Torino, mi è capitato di vederlo in mezzo a ‘Internazionale’ e
‘Linus’”
,
racconta Laura. “Quell’edicolante
avrei voluto baciarlo. Aveva capito tutto”.

Ogni prodotto nuovo è figlio del suo tempo. E quindi va
compreso, assimilato, consumato. Semmai è difficile proprio il rapporto con
l’edicola. “La situazione dell’edicola, in generale, cambierà presto.
Ora è molto caotica
”,
commenta Laura Scarpa, “ed esiste poi il problema della distribuzione. Il
fumetto vive poi anche il problema del posizionamento”.
Quindi la Coniglio rischia
coraggiosamente, agisce con incoscienza o compie scelte culturali che vanno
oltre i numeri? “Un po’ di tutto questo. Sicuramente rischiamo. Ma
qualcosa accade quasi sempre. Dobbiamo lavorare sul prodotto, sulla
distribuzione e sulla comunicazione. L’oggetto in edicola non deve diventare
introvabile”.

Ora ANIMAls
vende circa 5mila copie in edicola e ha oltre 350 abbonati. Non male per essere
solo all’ottavo numero. Dopo tanto tempo, con questa rivista si riscoprono
emozioni che si erano perse dopo Alter, Comic Art, Frigidaire, Il Male e tanti altri titoli.
Ma non tutto passa dall’edicola. Il fumetto va oltre e la
definizione di “rivista” assume nuovi significati con raccolte antologiche e
prodotti in divenire, acuti e sofisticati. Come Canicola. E ora c’è anche Giuda, rivista d’avanguardia di pochi
autori, condotti da Gianluca Costantini. Raffinata e destinata a un pubblico d’élite, Giuda si basa sulla geopolitica: la
geografia come lettura del mondo attraverso il dialogo esasperato tra immagine
e testo. Giuda
tradisce il medium fumetto perché, dice Costantini, “pensiamo che il
fumetto debba ancora esplodere nella sua potenzialità. Quindi cambiamo le
regole”.
Spesso
è solo un problema di definizioni. Perché l’espressione arriva sotto forma di
linguaggi diversi. “Il fumetto è sperimentazione. In ogni caso, deve
dare un messaggio e non essere arte contemporanea pura. Ci deve essere anche
una storia, non solo estetica. È necessario il pensiero della narrazione”
.
L’idea iniziale è di non appoggiarsi ai distributori
ufficiali. Così Giuda vende su internet le sue 500 copie. La rivista, semestrale, avrà una
sua casa editrice (Giuda Edizioni) e si connoterà come un prodotto di nicchia
per lettori attenti alle nuove avanguardie del fumetto. “Difficile sdoganare
una rivista così. Ma anche il fumetto in sé. Sono pochi i titoli che arrivano
al grande pubblico”
.
Un distributore assorbirebbe circa il 50% del costo del libro. “E Giuda è
stampata su una carta pregiata”
, precisa Costantini. Nonostante questo, costa solo 10
euro.
Ebbene, se qui cresceranno nuovi autori, se ANIMAls avrà lunga vita (anzi, quanto
basta) e se Canicola continuerà a lavorare come sta facendo, ci sono buone possibilità che
il fumetto possa davvero raggiungere la sua maturazione negli anni ‘10.

gianluca testa

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n.
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Info: animals-theblog.blogspot.com
www.giudaedizioni.it

[exibart]

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