Categorie: lavagna

Polemiche |

di - 25 Maggio 2014

Impazza la polemica tutta italiana per i 750.000 euro dati al curatore e critico Germano Celant, per curare la mostra food in art durante l’Expo 2015. I milioni di euro dati a calciatori e sportivi non ci scandalizzano, ma lo fanno i soldi dati ad un curatore che nel bene e nel male ha 50 anni di carriera. Come al solito le beghine del paese sono insorte, senza pensare che il vero problema è precedente. Il curatore Demetrio Paparoni ha scritto una lettera di spiegazioni a Direttori e Dirigenti dell’Expo. Ma quali spiegazioni si possono ricevere da un deserto critico che, lo stesso Paparoni insieme a molti altri,  contribuiscono a mantenere ogni giorno? Come poter fare le differenze tra Celant e Balotelli? Ci si indigna per il compenso di Celant, ma che valore ha oggi il curatore? E le opere? Cosa è una mostra? Cosa sono le opere d’arte? Il compenso di Celant non è giusto, ma non è neanche sbagliato, perché nessuno è in grado di motivarlo. E non si tratta di argomentare oggi, ma di aver stimolato e contribuito ad un confronto critico negli ultimi anni.
Paparoni, come metro di giudizio, riporta che il curatore della Biennale di Venezia prende 120.000 euro, quindi Celant per la sua mostra non ne può prendere 750.000. Perche? L’Expo è sicuramente più importante della Biennale di Venezia che avviene ogni due anni, mentre i curatori della Biennale sono sempre curatori mid career senza la storia di Celant. Non sto dicendo che il compenso di Celant sia giusto, sto dicendo che l’anonimato della critica italiana (ad esclusione di incursioni scomposte del sottoscritto) non può indignarsi di nulla se non della sua colpevole assenza. Un’assenza che ha allontanato e abbandonato un pubblico minimamente vasto, oltre gli addetti ai lavori. Per questo, invece di indignarsi, bisognerebbe iniziare ad argomentare luci e ombre delle opere. Forse fra 10 anni avremo argomenti più solidi per criticare il compenso miliardario del curatore di turno.

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  • Che un incarico prestigioso, proprio perché prestigioso, debba essere svolto gratuitamente, mi sembra una "sparata" terrificante. Con tutto il rispetto.

  • son tutte false motivazioni!
    in un momento economico difficile le istituzioni non possono elargire 750,000 euro al Celant di turno!
    balotelli se non altro e' per la maggiore compensato da sponsor privati.
    quindi non ci raccontiamo balle!Paparoni ha ragione, ha fatto benissimo a sollevare la polemica! e non mascheriamoci dietro altre icone sociali: il compenso di Celant e' scandaloso, visto che i capitali per realizzarla sono per la maggior parte dei contribuenti e per il restante minimo da sponsor.
    e tra i contribuenti, sappia il caro Celant, CULTORE DELL'ARTE E COMUNICATORE DELLA CULTURA, che alcuni non hanno piu' soldi per pagare i libri ai figli e farli studiare.
    non e' vergognoso, caro Celant???cara Expo?? cara Regione Lombardia???
    ridimenisionate i compensi, rispettando l'epoca difficile pre-carestia, che stiamo attraversando.
    compensi piu' bassi=tasse piu basse!!
    sveglia allora!!!!se non vogliamo apparire agli occhi di chi visitera' l'expo come ilpbel paese delle insulsi e superficiali contraddizioni, visto che alle poret del'expo i lavori strutturali e i mezzzi pubblici sono ancora all'era antidiluviana!!
    basta essere il fanalino di coda in europa e nel mondo per questi sprechi anche a causa tua caro Celant, e di chi i soldi te li ha concessi! si indaghi su questa obrobriosa concessione!
    maestro Michell Campanale

  • Questo articolo è stupido e non a caso i lettori se ne sono accorti. Cosa centra citare i calciatori (che sono ovviamente strapagati) quando si parla di soldi pubblici. Citare poi i compensi dei politici è un ulteriore appoggio dato a chi critica l'articolo, conoscendo tutti gli orrori degli sperperi di denari pubblici (per esempio il caso MOSE).
    Questi sono enormi scandali, non c'è nulla che giustifichi quell'onorario, si tratta dell'arrogante potere di lobbies, che sono alla base del decadimento culturale (non solo dell'arte contemporanea) in questo paese. È un offesa a intere categorie di professionisti (curatori, critici, artisti, intellettuali, docenti ma anche attori, musicisti, scrittori, didatti) che con fatica cerca in vano di produrre cultura in questo paese, fatto di concorsi farsa, in cui è all'ordine del giorno la pubblicazione di bandi per l'esternalizzazione dei servizi museali a cooperative controllate per favorire amicizie e demolire anni di lavoro di virtuosi dipendenti pubblici che a poco più di mille euro al mese mantengono da soli la cultura in questo paese, favorendo invece un precariato che non può che produrre un ulteriore decadimento culturale. Da notare poi il silenzio dei media su questa vicenda. Chi ha scritto questo articolo ho è a) schiocchino b) in malafede c) o semplicemente deve chiedere scusa, dato che l'argomentazione è talmente fragile da apparire oggettivamente paradossale

  • La retorica dei "soldi pubblici" è evidentemente troppo forte. Non sto parlando di soldi. Sarebbe una polemica banale.

    Volete dire che un EURO pubblico vale di più di un EURO privato?????? Non credo proprio!

    Sto parlando di valore delle cose. Su quali basi possiamo dire che il compenso di Celant è troppo alto??? Un tanto al chilo. A caso ovviamente. Questo perchè in Italia nessuno sa niente di arte contemporanea, e non esiste nè critica nè pubblico che sappia argomentare oltre facili polemiche: "soldi pubblici", "è troppo", "c'è la crisi", ecc ecc.

    Capello prender 8 milioni di euro dalla Russia ogni anno per allenare la Russia. L'italia da a Prandelli 3 milioni di euro all'anno...e forse sono anche soldi pubblici....ma cosa importa? Qui importa capire e argomentare il valore delle cose. Ma nessuno è in grado di farlo. Questo è il dramma dell'Italia.

  • Penso che addirittura sia poco pagato, viste le cifre allucinanti che si spendono per i nostri governanti, le più alte d'Europa, per i Super Manager, persino per i calciatori, che spesso sono solo bambini viziati ; credo che l'apporto di Celant sia importante e che il compenso alla luce di tanto sia congruo.
    con distinti saluti

  • Qui c'è un problema semantico. "soldi pubblici" non è un argomento, non è una retorica, si tratta di denaro elargito dallo stato, quindi come tale frutto delle tasse sul lavoro dell'intera comunità, e come tale confrontabile e valutabile rispetto alle altre spese dello stato. Come cittadino ho il diritto (ma direi anche il dovere) di informarmi e sapere in quali progetti per la comunità vengono spesi i soldi del mio lavoro. Se si trattasse di una fondazione privata si potrebbe discutere sul fatto che Celant ha un buon onorario (ha preso anche di più in passato), ma io non c'entro con le scelte di un ente privato (esempio semplice: a Bologna una fondazione privata ha prodotto una mostra, l'orecchino di perla, hanno rischiato e hanno perso 500000 euro, questa è la regola del mercato, hanno dato un sacco di soldi a Goldin, ma non è affar mio, poi ci hanno pure rimesso). Ancor meno posso recriminare se l'AC Milan da dei milioni a Balotelli, al massimo il mio giudizio potrà essere di ordine morale, è un altro oggetto di discussione. Ma se si tratta di denaro collettivo il discorso cambia. I discorsi di Paparoni non fanno una piega perchè fa confronti reali. Il nostro paese ha enormi problemi culturali, a partire dalle scuole, dalle strutture e dalla regolarizzazione di insegnati precari, la maggior parte dei direttori di musei ha stipendi attorno ai 1500 euro assumendosi responsabilità penali enormi. Il tuo argomento non sta in piedi non secondo una mia personale opinione, ma secondo un oggettivo problema di pertinenza, confondi volutamente i concetti condivisi di "pubblico" e "privato", arrivando a considerazioni paradossali e che non hanno alcuna validità razionale. Quello che mi preoccupa è se fai sul serio. Se la tua è una boutade da bar la posso accettare, ma se vuoi sostenere l'argomento è evidente che purtroppo hai subito quel progetto culturale di desemantizzazione del concetto di "cosa pubblica" applicato violentemente dalla nostra politica negli ultimi 20 anni (da destra e da sinistra sia chiaro) e che sta portando nel silenzio attonito di un popolo lobotomizzato allo smantellamento del pubblico, al crollo dei diritti dei lavoratori, e, conseguentemente, al collasso culturale (già ampiamente visibile).

  • Il Ct Prandelli viene pagato 3 milioni di euro per due anni. Cosa diciamo dei 750 mila euro a Celant per una mostra all'Expo?

  • Il compenso a Celant e' dentro la logica mangiatoia italiana,ed i poteri forti esultano.
    Non cambia nulla scriveva Tommasi di Lampedusa.
    Chi lavora e chi in pensione paga e strapaga
    tasse direttamente dal salario ricevuto.Il governo, che contrastato dai poteri forti cerca di armonizzare gli esosi stipendi e pensioni, alle
    corporazioni di vecchia memoria fascita,ma ancora saldamente in piedi in Italia.

  • La Federazione Calcio (soldi pubblici) dice che non può dare al futuro allenatore dell'Italia più di 2 milioni di euro all'anno (stare in un prato a dare consigli a 20 giovani). Allo stesso tempo i 750 mila euro dati a Celant per curare una mostra dell'EXPO (per pagare anche alcuni collaboratori) ci sembrano troppi. Non sarà che forse il problema sia una scala valoriale sballata? Ritorna il "problema critico" come modalità per dialogare e stimolare un pubblico, e quindi un'opinione pubblica.

  • Ma infatti lo stesso Prandelli dimettendosi ha fatto cenno alla polemica riguardo il suo esagerato stipendio (sostenendo di non rubare soldi, ma consapevole della necessità di dimissioni pena linciaggio del popolino italiano anche per questa ragione). Trovo però ottuso in questo discorso fare ostinatamente confronti con il mondo del calcio, che a mio avviso è il più squallido e deprecabile. Pensiamo alle polemiche a mio avviso motivate sullo stipendio di 800000 euro all'anno per il direttore di trenitalia (e con tutto il rispetto, parlando di lavoro - non di altri valori - non c'è alcun paragone come sforzo impegno responsabilità e tempo speso rispetto a fare una mostra all'expo con i panini di Manzoni e l'insalata di Anselmo). Il pluri sputtanato Befera guadagna 600000 come direttore dell'agenzia dell'entrate (a differenza del suo collega tedesco che ne guadagna come Gioni circa). E si potrebbe continuare

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