Categorie: Libri ed editoria

Un nuovo anno con exibart

di - 1 Gennaio 2024

Quando si è chiamati a dirigere una piattaforma editoriale, la prima cosa da tenere in considerazione è la sua natura vitale e dinamica. La rivista è per definizione un oggetto impermanente, un organismo che muta nel tempo senza essere mai uguale a se stesso, un prisma che cambia ogni giorno volto e forma per seguire e raccontare il mondo in cui è immerso. Una meravigliosa creatura polimorfa fatta di una rapida e quotidiana vita online, di una più lunga progettualità cartacea, ma anche di relazioni e progetti speciali che esulano dalla stretta attività editoriale.

Con il 2023 si è chiuso il mio primo anno (o poco più) come direttrice responsabile di exibart, lunghi mesi caratterizzati da un lavoro intenso e costellati di belle sorprese. La prima è stata quella di aver ottenuto riscontri positivi dal nostro primo destinatario, i lettori: nella volatilità della fruizione digitale, lo sforzo è stato quello di porre costante attenzione alla qualità dei contenuti e alle scelte editoriali, sforzo ripagato dalla risposta di una comunità sempre più attenta e coinvolta. Questo si è espresso anche attraverso migliorie tecniche sul sito, con la finalità di rendere più agevole la navigazione. Anche la nostra newsletter ha in parte cambiato volto, per essere sempre più facilmente leggibile ogni mattina. Abbiamo attirato sempre maggiore attenzione sia da parte degli addetti ai lavori sia da chi si sta affacciando ora su questo mondo: lo dimostrano le tante nuove firme che trovate su queste pagine, spesso giovani preparati che scelgono volontariamente di mandarci le proprie candidature e proposte e offrire nuovi sguardi.

Non dimentichiamoci che la piattaforma editoriale non è un prodotto cristallizzato nel tempo, bensì un laboratorio vivo e vivace carico di potenzialità: abbiamo sperimentato quindi nuovi format, coinvolgendo anche gli artisti nella scrittura. Abbiamo pensato, e se per una volta non chiedessimo loro di rimanere nel recinto dell’opera, ma di raccontare la propria visione del mondo, le proprie idee, le proprie suggestioni, ciò da cui traggono maggiormente ispirazione? Il risultato è stato oltre le aspettative, come dimostra la rubrica estiva Cartoline dall’estate, che ha coinvolto decine di artisti italiani e internazionali a raccontarci da un punto di vista inedito luoghi a loro cari. Ma anche Carta Bianca, la rubrica sul cartaceo che mette a confronto artisti spesso molto diversi tra loro a instaurare un dialogo su opinioni ed esperienze personali.

Anche exibart.onpaper è mutato: nella volontà di dare alle stampe un oggetto che invecchiasse il più lentamente possibile, ne abbiamo riempito le pagine con commenti e riflessioni di ricercatori, filosofi e pensatori, chiamati a offrire il proprio punto di vista su un determinato tema che, a partire dalla copertina, ha fatto da filo rosso a ogni numero. Non solo di arte, ma contenuti culturali trasversali proposti attraverso una maggiore connessione tra la parte visiva e quella intellettuale. Di cambiamenti ce ne sono stati, tanti altri li vedrete nell’anno che verrà. Ci trovate come di consueto nelle principali manifestazioni fieristiche a Bologna, Milano, Verona, Torino e Roma, e quest’anno alla Biennale di Venezia, con un numero speciale dedicato alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte.

Il 2024 proseguirà quindi sulla strada intrapresa nell’anno, in cui abbiamo visitato e commentato migliaia di mostre in tutta Italia e all’estero, abbiamo prodotto altrettanti notizie, seguito accadimenti, interrogato figure di rilievo del sistema artistica, spesso privilegiando un taglio audace e politico. Da Gaza all’Ucraina, dallo scontento dei lavoratori alle proteste civili: ne abbiamo dato voce ogniqualvolta che fosse inerente a temi culturali. Con un occhio di riguardo alle minoranze e al mondo LGBTQIA+ che, dall’ultimo anno a questa parte, non gode di un momento particolarmente felice.

Exibart ha avuto un impatto sul mondo non solo quando si è spesa con parole lusinghiere, ma anche nei suoi affondi più critici: tale si è rivelato il caso della mostra su Artemisia Gentileschi a Palazzo Ducale di Genova, di cui exibart ha accolto un’analisi critica che ne rileggeva il percorso sotto la lente degli ultimi fatti di cronaca riguardanti il femminicidio. Un colpo di coda di fine anno capace di aprire un dibattito che ha portato fino alla chiusura di una delle parti della mostra – quella considerata maggiormente inadeguata – e che ha sollevato la reazione positivamente sorprendente del curatore, il quale ha dichiarato alla stampa “non basta più l’accuratezza storiografica, ora serve impegno civico nelle mostre. Siamo di fronte a una svolta nella curatela”. Non c’è miglior gratificazione che connettere le istanze collettive con le istituzioni, farsi cassa di risonanza per una cultura sempre più accogliente nei confronti delle urgenze del presente. Abbiamo chiuso così il 2023 ed è continuando a percorrere questa strada che vogliamo aprire il nuovo anno. Imparando dagli insegnamenti del passato, abbracciando nuove sfide e mettendoci nella direzione della perfettibilità.

Impossibile dar conto di tutto ciò che è successo quest’anno e riuscire ad essere sintetici. Ciò che non va dimenticato, però, è che tutto ciò che si è costruito lo si è fatto grazie a una rete di professioniste e professionisti che, con una tenacia e una generosità straordinarie e inarrestabili, portano sulle nostre pagine contenuti di altissima qualità.

È per questo e per tanti altri motivi che i miei più sentiti ringraziamenti vanno alla squadra della redazione – – fonte di confronto e stimolo quotidiano – composta da Elsa Barbieri, Emma Drocco, Nicoletta Graziano, Yasmin Riyahi, Daniele Perra, Erica Roccella e Mario Francesco Simeone, alla lungimiranza dei direttori Federico Pazzagli, Uros Gorgone e Cesare Biasini Selvaggi, ai tanti e preziosi collaboratori esterni sparsi per i confini dell’Italia e oltre.

Un grande augurio da exibart per un felice anno nuovo, insieme.

Nata a Pesaro nel 1991, è laureanda nel corso di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l'Accademia di Brera. È residente a Milano dove vive e lavora come giornalista freelance per diverse testate di arte, concentrandosi sul panorama contemporaneo tramite news, recensioni e interviste su online e cartaceo. Oscilla tra utopia e inquietudine; ancora tanti sogni da realizzare.

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