Nelle opere realizzate per questa personale Paula Metallo (Syracuse, New York, 1954) affronta un’unica tematica, sviluppandola secondo molteplici livelli di comprensione. Il termine Cover, che intitola la mostra, è stato scelto proprio perché riunisce diversi significati: coprire, unire, dissimulare.
Osservando Stars, l’opera che costituisce il fulcro espositivo, si nota come questa sia stata disposta a mò di tappeto. Le 16 tavole che la compongono, formando un grande quadrato, sono state appoggiate direttamente sul pavimento, simulando, nella concezione, una coperta patchwork.
Questa tecnica -di origine inglese, ma diffusamente praticata dalle donne americane- si basa sul cucire, accostandoli insieme, quadrati di stoffa diversi, ispirandosi ai canoni della simmetria e della decorazione. Allo stesso modo Metallo affianca immagini che provengono da contesti differenti -spettacolo, cronaca, fumetti- ma accomunati dalla presenza di una stella. Accostamenti spesso disorientanti, che creano rimandi stridenti: l’unire si completa dunque nel dissimulare. E così il titolo Stars, che banalmente suggerisce la presenza del disegno della stella all’interno di ogni singola immagine, rimanda anche ai volti noti ritratti: Michael Jackson, Aldo Moro, Braccio di Ferro.
L’atto del coprire, oltre che nella tecnica utilizzata, da lungo tempo presente nella poetica dell’artista americana, viene operato anche fisicamente, rivestendo, con della pittura nera, alcune zone dell’immagine. Queste parti coperte, come una stoffa velata, hanno le bordure orlate, come a simulare del pizzo. Come fosse una sensuale calza da donna, oppure un centrino appoggiato sopra. Questi interventi suggeriscono quel gusto, tipicamente femminile, di porre attenzione ai particolari, qui inteso come fosse un rimedio, un modo elegante di “aggiustare” le cose.
Presenti in mostra altre due opere: Cover/Uncover, costituita da due lavori su carta, sequenze di un’unica scena nella quale un bimbo indossa e poi si toglie una maschera e Night soldiers, dei cuscini di peluches verde sopra i quali l’artista ha dipinto, come fossero silhouette, delle immagini di guerra. Il soggetto, la forma circolare della composizione e il fondo verde rapidamente rimandano all’effetto dei visori notturni utilizzati durante le azioni militari, creando così un forte contrasto con il materiale soffice e piacevole del cuscino.
articoli correlati
Katrin Plavcak a Macerata
stefano verri
mostra visitata il 22 aprile 2005
La mia scrittura come un quadro di Rothko: al Piccolo Teatro Grassi di Milano è stata consegnata la pergamena della…
Gli zerbini di Fabio Mauri, gli archetipi di Mario Merz, il Red Carpet di 400 metri di Ugo Rondinone e…
Fino all’1 settembre, la Val Gardena torna a ospitare Biennale Gherdëina, la rassegna alpina che si affaccia tra panorama nazionale…
Il 7, 8 e 9 giugno 2024 inaugura a Milano "TUTTA BASE", trentasei ore di musica, corpi e arti
La galleria Cris Contini Contemporary inaugura la sua nuova sede di Londra, nel dinamico quartiere di Notting Hill, con una…
Sarà un invito al sogno a occhi aperti la 31ma edizione di Artissima, che si terrà all’Oval di Torino dall’1…