Il penultimo appuntamento del White Project propone la mostra collettiva di tre artisti che fanno della fotografia il mezzo privilegiato del loro linguaggio espressivo.
Di fronte a un’opera pittorica, scultorea o ad una performance si è pronti ad accettare il sovvertimento delle leggi fisiche, ma da una fotografia ci si potrebbe aspettare una testimonianza oggettiva, reale. Invece, nelle quattro stampe fotografiche presentate da Eugenio Percossi (Avezzano, 1974), ci si trova di fronte all’immagine della morte, alla rappresentazione di moderni fantasmi. In queste opere tratte dalla serie Escape figure monocrome corrono fra le insegne luminose delle affollate strade newyorkesi fuggendo dall’orrore delle Twin Towers, creando un cortocircuito spazio/temporale con i passanti. Si rende, in questo modo, visibile il rapporto stretto e sempre presente fra la vita e la morte, tra il bianco e nero ed il colore.
Marta Valenti (Roma 1977) in nouvelle rouge + Rouge (Parmentier, 1968) e in I Coralli sottopone luoghi, colori, movimenti al filtro della propria visione. L’artista è soggetto stesso delle opere, non solo perché spesso sceglie di autoritrarsi, ma perché queste scaturiscono dalle suggestioni prodotte da incontri casuali con oggetti e immagini. Incontri che funzionano come scintille, innescando una reazione che permette di plasmare la realtà. Ne deriva una forza vitale fatta di armonia e sentimento che esce dai confini dell’opera avvolgendo in un vortice lo spettatore.
Nelle opere di Laura Chiari (Roma 1971) il pubblico viene introdotto in un mondo privato, vietato alla vista. Si guarda ma senza essere visti, come da un buco della serratura: non è un semplice vedere, è un penetrare nell’anima. Un’atmosfera rarefatta, dominata dal vapore acqueo, avvolge uomini nudi all’interno delle sale di un Bagno Turco. Questo il soggetto di Vapore – Gas sei distinte immagini che risultano da una costruzione attenta. Gli ambienti vuoti del Bagno Turco, fotografati direttamente dall’artista, sono stati successivamente animati con figure nelle quali non è possibile identificare qualcuno, perché composte dalla sovrapposizione di elementi provenienti da diversi individui. Uomini còlti in pose meditative e assorte, soli anche se nell’immagine ci sono altre persone, che si confrontano comunque e sempre con loro stessi.
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cristina petrelli
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