Categorie: Mercato

Accade ad Art Basel Hong Kong

di - 16 Marzo 2015
Ha aperto al pubblico con mesi di anticipo rispetto alle precedenti edizioni, per non accavallarsi con gli eventi che tutto il mondo dell’arte attende per il prossimo maggio, ma Art Basel di Hong Kong, inaugura con un grande pubblico e con grande qualità. Con 233 gallerie, questa edizione si concentra sull’Est, soprattutto grazie al 50 per cento degli espositori, provenienti da Giappone, Cina, Korea e sud est asiatico, e con la sezione curata da Alexie Glass-Kantor, che vede protagoniste opere di grandi dimensioni di artisti orientali, come ad esempio Xu Longsen, Wang Keping e Myeongbeom Kim, che dimostrano la vitalità dell’arte da queste parti.
Hong Kong da qualche anno si è affacciata al mondo dell’arte e, anche se fatica a far crescere la sua scena culturale, la città, rafforzata dall’assenza di tasse e di censura religiosa e politica, si è rivelata il luogo perfetto dove portare il mercato dell’arte in Asia, più di Pechino e Tokyo.
A beneficio di molti occidentali. Tra cui Sean Kelly, reduce da un ricco Armory show, che bissa a Hong Kong, vendendo per 145mila dollari un’opera di Sun Xun. Stesso successo per l’inglese White Cube, la direttrice Jay Joplin ha dichiarato di aver venduto opere di Damien Hirst, Andreas Gursky e Theaster Gates.
Mentre Rachel Lehmann ripeteva che è impossibile giudicare il successo una fiera in poche ore, il suo staff della Lehmann Maupin, l’ha smentita vendendo due fotografie di Alex Prager, un lavoro di Tracey Emin, un dipinto di Hernan Bas e una serie di opere dell’artista della Korea, Do Ho Suh.
In queste terre è ancora difficile proporre l’arte all’ultima moda delle fiere europee o americane, perché i collezionisti orientali, sono spinti all’acquisto di arte tradizionale, arte cinese o i grandi contemporanei occidentali, come Picasso o Warhol e artisti blue chip come Hirst o Koons. Ma Art Basel non demorde.
Sono attesi circa 65mila visitatori, che invaderanno Hong Kong per altri due giorni, in cerca di affari, senza veti e soprattutto senza spese aggiunte. (Roberta Pucci)

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