Categorie: Mercato

Alla fine della fiera: tutte le vendite di miart 2024

di - 14 Aprile 2024

Alla fine della fiera, miart è tornata in grande stile. Per il quarto anno consecutivo sotto la direzione di Nicola Ricciardi, con 178 gallerie da 28 Paesi, oltre mille opere esposte, quattro giorni di full immersion tra maestri del Novecento e artisti giovani, giovanissimi, mid-career. «È l’anticamera della Biennale», il leitmotiv che rimbalza tra gli addetti ai lavori, dall’inizio alla fine della ventottesima edizione. Vedi alla voce Louis Fratino, classe 1993, sarà in Laguna la prossima settimana con otto tele di grandi dimensioni, mentre a Milano la berlinese Galerie Neu lo porta in scena in una versione più «affordable», con una serie di disegni nel range degli € 8000-10.000. Tutti ovviamente incentrati sul corpo maschile, tra fiori, pesche, incastri sensuali, tutti venduti senza sforzo nei primi giorni di apertura, ça va sans dire. Solo per rendere l’idea: prima del 2021 un’opera di Fratino non si era mai affacciata sul rostro delle aste; lo scorso novembre, da Christie’s, a New York, ben due tele schizzavano rispettivamente a quota $ 107.100 e $ 138.600. Ora si attende l’effetto Biennale. Un altro nome da tenere d’occhio, l’artista novantacinquenne Greta Schödl, che ripete parole e forme come fossero nenie impazzite, ritmiche, ossessive, incise ricamate trascritte sui materiali di recupero, fino ad annullare ogni significato iniziale. Da Richard Saltoun, ben due serie dell’artista hanno trovato un proprietario, ognuna, all’apertura, per € 50.000. Sarà a Venezia, tra i protagonisti di Stranieri Ovunque, Foreigners Everywhere.

«No time no space».

È la canzone di Battiato a dare il sottotitolo, il filo rosso, alla fiera. Ed è un gioco di specchi l’edizione 2024 del miart, un riverbero di tendenze, un abbraccio tra gli attori del mercato, sempre più complice, stretto, internazionale, dentro e fuori i confini dell’Allianz MiCo. C’è Iva Lulashi nello stand della Prometeo Gallery, alla Biennale di Pedrosa rappresenterà l’Albania, mentre Michela Rizzo punta, tra gli altri, su Matthew Attard, presto al Padiglione Malta con I will follow the ship. Lato mostre, non cambia la storia: saltano all’occhio i lavori di Pino Pascali sparpagliati ovunque tra gli stand, sono tanti, più del solito, correlativo oggettivo della super retrospettiva della Fondazione Prada di Milano. E così un Baco da setola trova spazio da Galleria Russo – sotto un incredibile Ritratto di bambina di Boccioni proveniente dalla collezione di Margherita Sarfatti, che è in vendita per € 1,8 milioni. Sempre a Pascali, Frittelli dedica una bella sezione del booth A112-114, tutta incentrata sulle ambientazioni e sulle scenografie create negli anni ’60 per la pubblicità con la Lodolo Film. C’è una piccola folla, sabato pomeriggio, di fronte alla sua New York svettante. Ancora un rimando: la galleria Viasaterna ha esposto (per € 7000) le serie di paesaggi nostalgici di Guido Guidi, proprio a pochi mesi dalla mostra che il MAXXI, da dicembre, dedicherà al fotografo di Cesena.

«Parlami dell’esistenza di mondi lontanissimi,
di civiltà sepolte, di continenti alla deriva».

Robilant + Voena. Installation View

Alla fine della fiera, miart convince ancora. Come da tradizione, è la fascia media a riscuotere consensi, bollini rossi («venduto!») nei booth per le opere da poche migliaia di euro fino ai 50.000-80.000. Poi si arranca. «Abbiamo notato un trend positivo per quello che riguarda le richieste di artisti contemporanei, che ha confermato la scelta di quest’anno di aver lasciato fuori dall’allestimento del nostro stand i maestri dell’arte moderna», rivela a exibart la galleria Robilant + Voena, a fiera appena terminata. «Abbiamo riscosso molto interesse per Cesar Santos, di cui avevamo presentato, proprio a Milano, una personale lo scorso settembre: il valore di vendita è raddoppiato nel giro di un anno». Una delle colonne del pittore cubano, classe 1982, è andata venduta per una cifra intorno ai € 40.000.

«Parlami dell’amore che si fa in mezzo agli uomini,di viaggiatori anomali in territori mistici, di più»

A proposito di artisti contemporanei. Nella Emergent Section, da ArtNoble, c’è il gruppo di sculture Kit eliminacode multifunzione di Luca Staccioli – di fatto, dei fichi d’india in ceramica, come totem, ma ispirati ai dispenser dei ticket del supermercato (prezzi da € 3800 a € 18.000). «Non hanno ovviamente un’utilità, ma denunciano l’accumulo e la disumanizzazione del capitalismo», spiega il gallerista Matthew Noble. Hanno attirato l’attenzione dei collezionisti, con prezzi compresi tra € 3800 e € 18.000. Anche Raffaella Cortese, nella sezione Established, punta l’attenzione su un unico artista nel suo booth decisamente minimale; e trova subito un nuovo proprietario l’altalena di Francesco Arena, in effetti, l’avevamo già vista all’edizione 2022 di Italics (è un’edizione da 3 + 2 prove d’artista), con una lastra in bronzo e la frase “Tutti i giorni presenti si assomigliano, ogni giorno passato è diverso a suo modo” che fa il verso all’incipit nefasto di Anna Karenina. «Quando qualcuno utilizzerà l’altalena, coprendo con il corpo le incisioni», dice l’artista, «la farà risuonare ripetendo la frase ad alta voce». Il booth è affollato fino alla fine, non di opere, ma di visitatori, rende bene l’idea dell’opera interattiva. Il prezzo: € 35.000.

Galerie Neu. Louis Fratino, Man with bouquet, 2024

Non mancano i grandi numeri al miart – ovviamente tra gli established, ovviamente per i maestri del Novecento, italiano e internazionale. Vedi il paravento di David Hockney, Carribean tea time (1987) portato dalla galleria Lelong & Co e spazzolato via già durante la preview (l’asking price si aggirava tra € 500.000 e € 600.000). Nel maggio 2023 la major Christie’s, a New York, assegnava un esemplare per $ 300.000, mentre alcuni – è una serie da 36 pezzi, in totale – trovano casa nelle più prestigiose istituzioni internazionali, dalla Tate Modern di Londra al Metropolitan di New York. A proposito di qualità museale. Tanti i bollini rossi nello stand della milanese Bottegantica – ma massimo riserbo sui prezzi finali – vedi Trinità aerea di Wladimiro Tulli del 1939 (acquisito dalla Fondazione Fiera Milano), vedi Linee di forza di mare n. 26 di Balla, del 1929 circa (che nell’aprile 2023 passava all’asta da Sotheby’s per € 130.000).

«Seguimmo per istinto le scie delle comete,Come avanguardie di un altro sistema solare»

Dep Art Gallery. Installation View

«miart si conferma una fiera d’arte di qualità, sia per gli espositori che per i visitatori-collezionisti», rivela a exibart Antonio Addamiano dalla Dep Art Gallery, stand A121. «Dopo i primi giorni di ottimi contatti, si sono chiuse alcune importanti vendite». C’è un grande Gerold Miller da € 40.000 tra gli highlights della selezione, dialoga tra gli altri con le superfici colorate di Regine Schumann, che «conferma l’elevato interesse che abbiamo anche verso la sua mostra galleria», spiega Addamiano, in riferimento all’esposizione in corso nella sede di via Comelico, a Milano. «Uncini invece sorprende sempre per il quantitativo di clienti affezionati che conoscono approfonditamente il lavoro». Bella la selezione di Mucciaccia Gallery, interamente dedicata a Pietro Consagra: a partire da Città Frontale, 80 edifici generici del 1968 («La frontalità», diceva l’artista, «contiene inserita la Città come argomento delle emozioni umane»). Asking price: € 200.000. In ottima compagnia, tra gli altri, con un esemplare in onice del Pakistan (1991), con due grandi Racconti del demonio (1962), un dipinto su fondo grigio-lilla striato (1974), c’è perfino un lenzuolo rosa dipinto a pennello (1974). La ricerca di Consagra – tra i primi italiani contemporanei a entrare nelle collezioni dell’Art Institute of Chicago e il primo contemporaneo (allora) vivente a esporre all’Hermitage di San Pietroburgo – tutta racchiusa nel booth E115.

«No time, no spaceAnother race of vibrationsThe sea of the simulation»

Altri giganti a zig zag per la fiera: Arnaldo Pomodoro – monumentale – da ABC Arte, un Afro giallo da Matteo Lampertico, un enorme Renato Birolli del 1958, Ricerca del vero canto, nello stand della Galleria dello Scudo. Preziosa, nello spazio B137-138, la selezione di Galleria Russo: oltre al già citato Boccioni divisionista da € 1,8 milioni, salta all’occhio un’opera di Giacomo Balla, s’intitola L’auto è passata (1913-14) – è parte di un trittico, una tela appartiene oggi alla collezione Guggenheim, l’altra a un privato veneziano. Asking price intorno ai € 700.000-800.000. Poi ancora Emilio Tadini da Giò Marconi, i tappeti pregiati della galleria modenese Antonio Verolino, come l’esemplare di Sonia Delaunay (asking price € 20.000), più che riuscito lo stand di Copetti Antiquari, interamente dedicato a Giacomo Manzù, dai disegni erotici alle sculture. Per finire, Mazzoleni, che ha assegnato, tra le altre, due nuove sculture luminose di Marinella Senatore realizzate appositamente per la fiera. Verdetto finale: una cifra intorno a € 50.000-55.000.

«Keep your feelings in memoryI love you, especially tonight».

Mazzoleni, miart 2024 – Photo by Renato Ghiazza. Courtesy Mazzoleni, London – Torino
Mazzoleni, miart 2024 – Photo by Renato Ghiazza. Courtesy Mazzoleni, London – Torino

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