Alighiero Boetti, Coperte e scoperte, 1989, Ricamo su tela, 17 x 19 cm. Stima €45.000 - €55.000
Che la maratona delle aste italiane di arte moderna e contemporanea abbia inizio. Kruso Art, a Milano, fa il bis con un doppio appuntamento: prima ospita la sessione di U-3 Under 3k euros – dedicata alla grafica e ai multipli d’artista, il 6 novembre. Con un catalogo che spazia dalla pittura italiana al modernismo birmano, dalla figurazione all’astrazione. Il filo rosso? Tutti i lotti hanno una stima di partenza al di sotto dei 3000 euro, e strizzano l’occhio a un collezionismo giovane, a un’arte accessibile. A seguire, ecco subito la vendita di arte moderna e contemporanea, con lotti superstar come Coperte e scoperte di Alighiero Boetti, anno 1989, stimata fino a € 55.000.
Si parte con Senza titolo di Carlo Mattioli (lotto 23, stima: €1500 – 2500). «L’arte di Mattioli», spiegano dalla casa d’aste, «si muove tra ricerche di carattere figurativo e informale dove l’impatto emotivo viene accentuato da un cromatismo fortemente materico, come accade nella tecnica mista su carta applicata su tela presentata in asta». Si prosegue con un’acquaforte a colori di Rufino Tamayo – il titolo è Personaje sentado del 1976 (lotto 21, stima: €800 – €1200) e porta in catalogo la ricchezza dell’arte messicana con una pratica autonoma da qualsiasi influenza politica, ma al confine tra figurazione e astrazione che risente delle influenze dell’eredità precolombiana. «Come ben evidenziato dal lavoro in asta, i suoi lavori sono accompagnati da una palette volutamente limitata di colori – fatta di rosso e di viola – e impiegati in una vasta gamma di combinazioni che danno corpo al processo creativo».
Presente all’appello Paw Oo Thet, tra i principali interpreti e iniziatori del movimento modernista birmano durante gli anni ’60: il suo acquarello su carta Senza titolo, del 1991, è stimato €1000 – €2000). Interessante poi il chiarismo lombardo di Adriano Spilimbergo di cui si ammira Senza titolo, olio su tela del 1972 (lotto 15,stima: €700 – €900). Spilimbergo è stato tra i principali interpreti del movimento nato sul finire degli anni ’30. Tipiche dei suoi lavori le scene di vita quotidiana caratterizzate da un senso di lirismo e di ascensione dovuto alla spiccata luminosità delle composizioni. Il lotto in asta ne è un valido esempio.
Si continua in bellezza con la sessione dedicata all’arte moderna e contemporanea, da Kruso Art. E i nomi sono quelli che risuonano sui rostri internazionali. Come Alighiero Boetti, il suo ricamo su tela Coperte e scoperte del 1989, (lotto 170, stima: €45.000 – €55.000) rispecchia a pieno quella fase della produzione dell’artista che ha come epicentri Kabul e Pashawar in Pakistan, in seguito all’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica del 1979. «Nei suoi celebri Ricami – griglie di lettere colorate da leggere a seconda dei casi e secondo orientamenti differenti in un atto di ricostruzione da parte dell’osservatore – affidati alla realizzazione di donne afgane», spiegano dalla maison, «Boetti rese visibile la distanza tra artista e artigiano, tra codice e significato, trasformando l’opera in un dispositivo comunicativo capace di superare la dimensione individuale per farsi veicolo di senso collettivo. Separazione e linguaggio sono i due punti fondamentali che rendono questa tipologia di opere di Boetti – quella in asta in particolare per la rarità della frase che la rende ancora più preziosa – dei piccoli capolavori per l’evoluzione dell’arte del ‘900 mondiale».
Tra gli highlights anche Dadamaino, con un’idropittura su tela, Volume, 1960 (lotto 149, stima: €25.000 – €35.000). Proprio con la serie dei “Volumi”, indirizzati verso una semplificazione estrema della composizione pittorica Edoarda Emilia Maino intraprende la strada della rottura e inizia ad accompagnarsi alla foratura delle tele in un’indagine continua del rapporto tra superficie, luce, movimento e atto percettivo dell’osservatore. E si passa a una tecnica mista di Pier Paolo Calzolari del 1968, Senza titolo (lotto 153, stima: €40.000 – €60.000), che si ricollega ad un gruppo di lavori concepiti tra il 1967 e il 1970 che lascia trasparire il senso di esaltazione e rinnovamento del reale.
Studio dei colori, alternanza tra spazi pieni e vuoti e dinamicità tracciano il segno inconfondibile di Giuseppe Capogrossi. In asta si segnala Superficie CP/190, 1957-1959 (lotto 160, stima: €30.000 – €50.000). Per chiudere l’anteprima, il lavoro di Zoran Music è innervato dall’esperienza di una vita segnata dal dramma della deportazione nazista. La Natura viene restituita tramite le lenti di un vissuto tragico che si rivela, con la forza di un dramma indicibile, nel suo Non siamo gli ultimi del 1971 (lotto 157, stima: €18.000 – €22.000). Appuntamento a Milano.
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