Grimaldi Forum Monaco 2025 ©Biredyecam - Vue Drone GFM
Quando nel Principato arrivano i giganti, significa che forse, a poco a poco, qualcosa è cambiato. Monte Carlo emblema del lusso, delle auto da corsa, dei gioielli, ma dal 2017 ci sono gli Old Masters di Fabrizio Moretti in Avenue de la Costa, i colossi blue-chip di Hauser & Wirth (dal 2021), i nomi internazionali di Almine Rech (dal 2024). E così, nei giorni caldi della Monaco Art Week (7-12 luglio) le case d’aste alternano vendite di diamanti alle sculture superstar di Lalanne (un format per tutti: la Monaco Sculpture di Artcurial), mentre i musei e gli spazi istituzionali si fanno belli con nuove aperture in città. Intanto, al Grimaldi Forum, 24 gallerie partecipano alla nona edizione fiera boutique Art Monte-Carlo (8-9 luglio), inclusi diversi espositori con sede in Italia, da Galleria Continua a Cortesi Gallery, passando per 193 Gallery, Franco Noero e Robilant+Voena. E registrano il nuovo passo del collezionismo monegasco, al di là di stereotipi e vanità. Ne abbiamo parlato con la direttrice Charlotte Diwan.
Iniziamo proprio da qui, dall’approccio al collezionismo in città. Come è cambiato negli ultimi anni?
«Monaco è spesso associata al lusso e al glamour, ma direi che la percezione di “superficialità” è ampiamente fuori luogo. In realtà, è evidente che i collezionisti del Principato siano legati alla discrezione e a un’idea di patrimonio a lungo termine. Personalmente, individuo due segmenti chiave che contribuiscono al panorama del collezionismo monegasco (che è dinamico e in continua evoluzione): in primo luogo, una nuova generazione di collezionisti locali davvero esigenti, spesso provenienti da famiglie con una tradizione collezionistica, tutti altamente istruiti e ben informati; in secondo luogo, un crescente numero di collezionisti di spicco tra i nuovi residenti, che riflette sia l’evoluzione demografica di Monaco, sia il forte appeal del Principato in tutta Europa».
Quindi, per semplificare: un identikit del collezionista tipo ad Art Monte-Carlo.
«Direi che i collezionisti a Monaco acquistano sia per passione che per investimenti strategici, ma in entrambi i casi sono sofisticati e ricercano opere di qualità eccezionale – siano esse contemporanee o di importanza storica, le cosiddette opere “blue chip”. Ovviamente, ad Art Monte-Carlo, ci rivolgiamo anche ai numerosi acquirenti di Monaco meno esperti, alla ricerca di opere di grande valore decorativo».
Proprio le peculiarità del Principato, di fatto, rendono questa fiera davvero unica nel suo genere. Qual è il legame di Art Monte-Carlo con il territorio?
«Art Monte-Carlo è una fiera profondamente radicata nel suo territorio, e questo contribuisce a promuovere un autentico senso di comunità tra gli appassionati d’arte della regione. Siamo onorati di presentare una fiera sotto il patrocinio di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco e grati per il supporto della Direzione degli Affari Culturali di Monaco – nonché per l’impegno di lunga data della nostra Ambasciatrice, Safia El Malqui, che ha attivamente sostenuto la fiera sin dalla sua nascita nel 2016. Non è un caso che Art Monte-Carlo coltivi strette collaborazioni con importanti istituzioni locali, collezionisti e attori culturali, come il prestigioso Nouveau Musée National de Monaco, il Pavillon Bosio – Scuola di Belle Arti di Monaco, la Monaco Art Week e diverse importanti gallerie con sede a Monaco, incluse Moretti Fine Art o Almine Rech».
Sono previste novità per l’edizione 2025?
«Quest’anno segna una svolta per Art Monte-Carlo, tra progetti ed eventi prestigiosi. In particolare, presentiamo in fiera due focus in collaborazione con il Centre Pompidou, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra Couleurs! Capolavori del Centre Pompidou (anch’essa allestita al Grimaldi Forum). Inoltre, per la prima volta, l’interior design e l’architettura saranno presentati ad Art Monte-Carlo attraverso un progetto unico ideato da Pierre Yovanovitch – una scenografia immersiva, nessun limite tra mobili e arte contemporanea, che conferisce ulteriore eleganza e raffinatezza. Ma ci saranno anche varie conferenze, inclusa quella sul progetto Khao Yai Art Forest e sulla Bangkok Kunsthalle in Thailandia, con la fondatrice Marisa Chearavanont, e una conversazione tra Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Thierry Consigny, in occasione del 30° anniversario della sua fondazione e sul futuro dell’arte contemporanea. Un’altra novità è l’arrivo di Piaget come partner principale dell’evento, che presenterà al suo stand la Andy Warhol Collection, che include un’opera originale appartenuta ad Andy Warhol, e una collezione lanciata nel 1967 in collaborazione con Salvador Dalí».
Quali sono, invece, i punti fermi, identitari, che non potranno mai cambiare?
«Senz’altro il format esclusivo, che include solo 25 gallerie internazionali, insieme a un programma complementare di progetti speciali ed eventi. Al centro del nostro approccio c’è l’ambizione di migliorare costantemente la qualità delle mostre – e con questo intendo al contempo l’esperienza complessiva e i servizi offerti ai nostri espositori, che sono il fondamento della fiera. E naturalmente, tra le costanti c’è la cornice unica nel cuore del Principato di Monaco, una destinazione che è sinonimo di eleganza, di lusso e di prestigio internazionale».
Per concludere: la giornata perfetta a Monte Carlo – secondo Charlotte Diwan – nel pieno della Monaco Art Week.
«Con il caldo di luglio, consiglio vivamente di iniziare con una visita alle mostre del Nouveau Musée National o, per chi ha un po’ più di tempo, con un’escursione panoramica nei bellissimi dintorni di Monaco. Il pranzo in spiaggia è d’obbligo. Dalle 14:00, tappa ad Art Monte-Carlo per esplorare gli stand delle gallerie e partecipare a uno degli Art Talks organizzati durante la fiera, e poi sorseggiare champagne per tutto il pomeriggio nella Ruinart Lounge. La sera offre innumerevoli possibilità, da cene a cocktail eleganti nei numerosi ristoranti e bar di Monaco».
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