Lotto n.90 Giacomo Balla, Motivo per tappeto con stilizzazione di mare, 1919
Questo mese il nostro sguardo sul mercato artistico si ferma su Babuino Casa d’Aste, uno dei punti di riferimento storici del settore nella capitale.
La zona rossa sembrava aver destabilizzato l’andamento dei progetti artistici ma non quelli delle case d’asta. L’avevamo visto nell’articolo dello scorso mese, in cui avevamo raccontato come è stata gestita la situazione economico-artistica messa a dura prova dal Covid. Ma qual è lo scenario del mercato romano dell’arte post zona rossa?
In questo contesto spicca l’atteso evento di Babuino Casa D’Aste, un’asta live dedicata all’Arte Moderna e Contemporanea. Dal 13 al 15 aprile saranno in vendita dipinti, acrilici, disegni, sculture, grafiche, arti decorative e design del XX secolo.
Un ristretto pubblico, previa prenotazione, avrà la possibilità di partecipare dal vivo, ma gli spettatori non saranno circoscritti a quella sala, bensì coinvolti in una libera partecipazione tramite lo streaming video in diretta.
I pezzi forti della vendita comprenderanno icone del design, artisti internazionali, ma soprattutto italiani.
I protagonisti indiscussi sono Giacomo Balla e Duilio Cambellotti. Del pittore futurista emergono alcune opere ritrovate nella sua casa romana. Tra queste spicca il lotto 90, una variopinta tecnica mista, motivo per tappeto con stilizzazione di mare (1919 ca). La tempera su carta applicata su tela è stimata tra 20.000 – 25.000 euro. Una proposta interessante, vista la prossima apertura al pubblico di Casa Balla, dopo un accordo stabilito con gli eredi ed un programma a cura del museo MAXXI.
Di Duilio Cambellotti saranno in vendita diversi cartoni preparatori per famose vetrate, come quelle della Chiesa del Rosario in Via degli Scipioni a Roma e della Chiesa di Santa Maria del Piano a Capranica, lotto 102, stimato tra i 2.500 e i 3.000 euro. Emerge anche il lotto 101, un disegno preparatorio attribuibile all’artista, data la somiglianza del soggetto alla vetrata Il chiodo con tralci ed uva del 1915, presente all’interno della Casina delle Civette presso Villa Torlonia.
Ad essi si aggiunge il lotto 69, Tracteurs Agricoles (1953) di Gino Severini. Il dipinto, stimato tra i 5.000 e i 7.000 euro, è uno studio per pannello facente parte del Fregio dell’Agricoltura che oggi decora il Palazzo dei Congressi di Roma.
Una presenza importante è quella dei protagonisti della scuola di Piazza del Popolo: Schifano, Festa, Mambor, Angeli, tra cui risalta anche l’imponente figura femminile di Giosetta Fioroni.
Tra i nomi internazionali notiamo quello di Salvador Dalì, con l’acquaforte Surrealism, e di Roy Lichtenstein. Si tratta del lotto 665, manifesto stampato in serigrafia per la mostra dell’artista al Guggenheim Museum di New York del 1969.
Tra i pezzi di design si distinguono l’iconica lampada Toio di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, il tavolo di Ico Parisi e due poltrone anni ‘70 firmate Valentino.
Particolarissimi sono gli oggetti che portano la firma di Émile Gallé, esperto nella lavorazione del vetro artistico francese ed esponente maggiore della Scuola di Nancy. La casa d’asta non propone solo i suoi vasi, ormai cavalli di battaglia, ma anche il lotto 472, splendida opera di ebanisteria stimata tra i 3.000 e i 4.000 euro.
La Casa d’Aste Babuino sfodera le migliori strategie per restare al passo con le nuove tecnologie. Lo dimostra anche il video pubblicato sul canale Youtube per presentare questo prossimo evento. L’interesse è quello di coinvolgere non solo i tradizionali collezionisti d’arte, ma anche un pubblico più ampio, per riuscire a dare una nuova direzione al mercato artistico.
La casa d’asta nel centro di Roma, celebre soprattutto per la vendita di oggetti di antichità, dà prova di valorizzare con qualità anche l’arte più recente, attraverso una scelta mirata dei pezzi, frutto di un’attenzione rivolta al gusto del pubblico e alle nuove tendenze. La maggior parte degli artisti proposti in questa prossima vendita sono gli stessi che hanno popolato lo scenario artistico della capitale tra gli anni ‘50 e ‘70. Molti di loro sono proprio quelli che frequentavano il quartiere in cui la casa d’asta stessa è ubicata.
Ancora oggi questo luogo mantiene acceso non solo il ricordo dello spirito artistico romano, ma anche la proposta di riaccendere un nuovo spirito e far circolare l’arte tra nuove generazioni e nuovi tempi.
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