Categorie: Mercato

Bentornata Art Basel Miami

di - 1 Dicembre 2021

Ci eravamo lasciati così, con una banana attaccata al muro con uno strappo di scotch. Una banana pagata fino a 150mila dollari, s’intende, con tanto di autentica e istruzioni per l’uso che avevano dato tanto da parlare. Adesso, due anni e una pandemia dopo, ha inizio un nuovo capitolo di Art Basel Miami: sono 253 le gallerie che, da domani al 4 dicembre, daranno il bentornato al pubblico negli spazi del Convention Center. Tutti pronti? Sembra proprio di sì. A partire dalla sezione Meridians, con quelle opere monumentali che superano i limiti tradizionali delle fiere; e ancora le mostre curate di Kabinett, tutte dedicate ai linguaggi di 25 artisti diversi, tra emergenti e veterani. Si apra il sipario.

Prima tappa, gli impressionanti lavori fuori scala di Meridians: Gutter (2021), una poeticissima cascata di foglie in porcellana di Rebecca Manson offerta da Josh Lilley; 700 Cycles of Somatic Renditioning (2021) di Conrad Egyir, che sembra strizzare l’occhio ad artisti come William Kentridge, Charles White e Faith Ringgold; una nuova opera della serie Pardo è Papel di Maxwell Alexandre, selezionata da Gentil Carioca; e una significativa Moving up (2021) di Yinka Shonibare, CBE, che cattura lo spostamento verticale di 6 milioni di africani nel corso della Grande Migrazione. «Molte delle opere incluse in Meridians», spiega la curatrice Magalí Arriola, «mettono in discussione le rappresentazioni tradizionali di classe, etnia e potere per resistere alle convenzioni sociali e per colmare i confini fisici e culturali che sono emersi nella società in tempi recenti».

Tra gli imperdibili di Kabinett, invece: la presentazione di Mayoral delle opere di Manolo Millares, importante voce dell’Informale europeo del dopoguerra; i ritratti del ghanese Otis Kwame Kye Quaicoe, incentrati sulle più recenti indagini dell’artista e selezionati da Roberts Projects; ma anche le fotografie di avanguardia di Ellen Auerbach, Grete Stern e Horacio Coppola, esposte da Galería Jorge Mara-La Ruche. E poi ancora un pit stop all’Auditorium, nella sezione Conversations, dove galleristi, collezionisti e tutti gli attori della filiera si confrontano sui temi di questo lunghissimo – a tratti estenuante – 2021.

Rebecca Manson, Gutter (2021). Josh Lilley  © Art Basel

E le gallerie italiane? Ci sono, e sono numerose. Inclusa Mazzoleni, che torna in scena con una selezione di maestri della prima metà del XX secolo – Carla Accardi, Giacomo Balla, Alberto Burri e Giulio Paolini, per dirne solo alcuni – mentre la lista di Tornabuoni Art annovera tra gli altri Pablo Atchugarry, Alberto Biasi, Alighiero Boetti ed Enrico Castellani. Kaufmann Repetto espone nomi come Corita Kent, Dianna Molzan, Adrian Paci, Marcia Schvartz e Magdalena Suarez. E confermano la propria presenza anche Galleria Continua, Massimo De Carlo, Cardi Gallery, con proposte che non deludono un’aspettativa lunga quasi due anni.

Non mancano le grandi blue chip ovviamente, da Gagosian a David Zwirner a Hauser & Wirth. Ma a scendere in campo a Miami sono anche ben 12 gallerie brasiliane, che partecipano – live o online – grazie al sostegno di Latitude Platform for Brazilian Art Galleries Abroad. Qualche esempio: A Gentil Carioca (Rio de Janeiro, São Paulo), Nara Roesler (Rio de Janeiro, São Paulo, New York), Galeria Estação (São Paulo), Galeria Jaqueline Martins (São Paulo, Brussels) – potete scoprirle tutte qui. «La manifestazione», rivela Marc Spiegler, direttore globale di Art Basel, «non ha mai presentato una gamma di voci così diversificata». Insomma, l’evento più patinato dell’arte è tornato in grande stile, proprio come lo aspettavamo. Art Basel Miami, ci sei mancata.

Maxwell Alexandre, Untitled (2021). Courtesy of the artist and A Gentil Carioca
Ceysson and Benetiere. Sadie Laska © Art Basel

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