Categorie: Mercato

Errori da non ripetere

di - 17 Luglio 2015
Quando si compra un’opera d’arte bisogna essere molto accorti, si sa, ma quello che conforta noi art lovers con un portafoglio non paragonabile a quello dei top collectors, è che le accortezze non sono mai troppe, e che anche i più esperti possono sbagliare.
Artnews net riporta una serie di errori commessi da collezionisti, alcuni a lieto fine, altri meno.
Il proprietario di una catena di negozi per fai da te, nonché fondatore del Dairy art centre, di Londra, Frank Cohen, ha commissionato nel 2006 un ballon arancione a forma di scimmia a Jeff Koons. L’opera aveva già una sua collocazione all’interno dello spazio di Cohen, ma una volta terminata e pagati gli 8 milioni, il collezionista ha capito che non sarebbe mai riuscito a farla entrare all’interno del Dari art centre, per via delle dimensioni esagerate. Cohen si è consolato vendendo l’opera lo scorso novembre in asta per 24 milioni di dollari.
A lieto fine anche la storia su Le Rêve di Picasso venduto nel 2006 alla cifra record, di 139 milioni dal proprietario di Hotel e Casino di Las Vegas Steve Wynn al milionario Steven Cohen. Dopo aver concluso la vendita, prima di ricevere il denaro da Cohen, Wynn colpì accidentalmente il dipinto con un gomito durante una festa di addio al suo Picasso. Dopo attimi di panico, l’opera fu restaurata e cambiò proprietario comunque.
Non ci sono però solo happy ends in queste storie, come nel caso dell’ex direttore di Gucci, Domenico de Sole, che acquisto un dipinto di Mark Rothko per 8,3 milioni dalla Knoedler Gallery di New York. La storia dell’opera avrebbe dovuto far riflettere il collezionista, perché Knodler comprò il lavoro dalla dealer Glafira Rosales per 950mila dollari nel 2003, proprio nel momento in cui era caduta in disgrazia. Dopo diversi controlli, tribunali e confessioni, è stato scoperto il vero autore dell’opera comprata da de Sole: un immigrato cinese del Queens.
L’errore più grande secondo Artnet news è stato commesso dall’oligarca ucraino Victor Pinchuk, che ha speso in pochissimo tempo moltissimi soldi per dar vita al Pinchuk Art Center, a Kiev. The Art newspaper ha scritto che “raramente così tanti soldi sono stati spesi per una collezione così brutta”. Ma le motivazioni che stavano dietro all’amore per l’arte di Pinchuk erano in realtà legate al suo bisogno di ripulire il nome della sua famiglia dalle accuse dell’assassino del giornalista Georgy Gongadze.
In ogni caso, il mantra per tutti quelli che, sprovveduti o meno, si affacciano al mercato dell’arte dovrebbe essere: niente è come sembra. (Roberta Pucci)

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