Categorie: Mercato

I diritti degli artisti e l’appetito delle aste

di - 19 Gennaio 2015
Era da circa un anno che se ne discuteva, un anno di attese per artisti e di preoccupazione per le case d’asta. L’oggetto del contendere è la legge sul diritto d’artista sulla rivendita negli Stati Uniti. Annunciato nel febbraio del 2014, l’American Royalties, Too, questo il nome del decreto, presentato dai Senatori Tammy Baldwin e Ed Markey e dal membro della Camera dei Rappresentanti Jerrold Nadler, prevede una riforma del diritto sulle rivendite delle opere di artisti. Questi infatti avrebbero potuto beneficiare di una quota sulla vendita, pari al 5 per cento dell’incasso, fino a raggiungere i 35mila dollari. Ad essere sottoposte a questa legge sarebbero dovute essere le transazioni superiori ai 5mila dollari, dentro e fuori i confini degli Stati Uniti, riconoscendo un beneficio concreto per gli artisti nella valutazione della loro proprietà intellettuale, Ad essere colpite dalla legge le case d’asta e non le gallerie, che non rendono pubbliche le cifre raggiunte dalle opere vendute.
La legge è rimasta utopia, poiché non è stata approvata durante il Congresso del 3 gennaio, passato alla storia come il congresso più improduttivo di sempre. A vincere sono quindi le lobby delle case d’asta a scapito degli artisti.
Ieri il deputato responsabile del testo del decreto, Jerrold Nadler, ha dichiarato di aver spesso contrattato con le case d’asta, che hanno richiesto che fosse inclusa ebay tra i destinatari del provvedimento, di porre un limite alla cifra e di abbassare la percentuale. Tutte richiesta accettate, ma loro non hanno supportato il provvedimento. A conferma del fatto che, secondo lui: ‹‹Alle grandi case d’asta non interessa che gli artisti siano pagati per il loro lavoro, ma soltanto che a pagare non siano gli stessi collezionisti››. La preoccupazione infatti è relativa alla possibilità di vedere decurtati gli incassi e di mettere in fuga molti buyers. Christie’s ha risposto alle dichiarazioni di Nadler con un comunicato in cui afferma che è impossibile sostenere il decreto poiché il numero dei beneficiari reali, cioè di artisti viventi, è troppo basso e che anche le gallerie dovrebbero essere incluse nel provvedimento.
Pericolo scampato quindi, ma per quanto a lungo? I politici promettono di tornare presto alla carica.

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