Alberto Giacometti, Chandelier for Peter Watson. Courtesy of Christieâs Images Ltd. 2023
Continua lâodissea del lampadario firmato Alberto Giacometti (ve ne parlavamo qui). Il Regno Unito non rinuncia allâopera ed emette un divieto di esportazione temporaneo per dare la possibilitĂ ad unâistituzione locale di eguagliare il prezzo per lâacquisizione del lampadario in bronzo.
Riscoperto a Londra negli anni â60 dal pittore John Craxton in Marylebone Road, il lampadario fu acquistato dallo stesso per sole ÂŁ 700. Il pittore, passeggiando per le vie della sua cittĂ , aveva riconosciuto nella vetrina di un antiquario lâopera di Giacometti, commissionata tempo prima dal defunto amico Peter Watson, importante collezionista e mecenate britannico della prima metĂ del Novecento. Verso la fine degli anni â40 (1946/47), infatti, Watson aveva incaricato lâartista svizzero di realizzare un lampadario per il suo ufficio nella sede di Horizon, testata dâavanguardia londinese. La rivista chiuse lâanno seguente e alla morte di Watson, il suo ex socio in affari, Cyril Connoly ereditò lâopera che qualche tempo dopo finĂŹ da Denton Antiques, in Marylebone Road; proprio dove verrĂĄ ritrovata quasi quindici anni dopo da Craxton. Alla morte di questâultimo, avvenuta nel 2009, la famiglia decise poi di vendere il lampadario da Christieâs.
Lâopera è stata venduta per ÂŁ 2,4 milioni ($ 2.9 milioni) alla 20th/21st Century London Evening Sale di Christieâs, lo scorso febbraio, ad un acquirente straniero che però non ha ancora potuto riceverla: il veto arriva dal Reviewing Committee on The Export of Works of Art and Objects of Cultural Interest (RCEWA) amministrato dallâArts Council England. Il Regno Unito, infatti, può emettere divieti di esportazione se un oggetto di interesse culturale è stato nel Paese per oltre 50 anni, supera la soglia finanziaria per una licenza di esportazione generale e soddisfa almeno uno dei tre criteri Waverley, che valutano la connessione dellâoggetto con la storia e la vita della nazione, la sua importanza estetica e il suo valore culturale.
ÂŤLa magistrale esplorazione dello spazio e dellâuso del bronzo di Giacometti in questo straordinario lampadario ha fornito un fulcro per la discussione culturale nella Londra del dopoguerra mentre era appeso negli uffici della rivista dâavanguardia HorizonÂť, ha detto Stephen Parkinson, barone di Whitley Bay e ministro delle Arti e del patrimonio, in una dichiarazione. Il divieto di esportazione sarĂ in vigore almeno fino al 12 novembre, possibilmente seguito da un secondo periodo di differimento di quattro mesi nel caso di offerte per eguagliare il prezzo dâasta. Il costo di acquisto finale dovrĂ anche includere unâimposta sul valore aggiunto, o IVA, di ÂŁ 104.000 ($ 136.000). I musei e le istituzioni che offrono lâingresso gratuito hanno diritto a un rimborso IVA.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un notevole aumento dei divieti di esportazione di opere dâarte in Europa, come nel caso del Mattia Preti allâasta da Artcurial (qui) e delle fragole di Jean-Baptiste-SimĂŠon Chardin in Francia (qui). In generale, tali politiche possono avere effetti contrastanti sulla conservazione del patrimonio culturale e sulla circolazione delle opere dâarte. Da un lato, possono aiutare a preservare il patrimonio culturale di un paese e impedirne la dispersione allâestero. Dallâaltro, possono limitare la circolazione delle opere dâarte e ostacolare il libero mercato, impedendo a collezionisti e musei stranieri di acquisire opere dâarte di valore storico e artistico. Ad esempio, nel caso de Il Figliol Prodigo (ca.1640) di Mattia Preti allâasta da Artcurial, lâItalia ha bloccato la vendita dellâopera, in quanto considerata un âtesoro nazionaleâ e come tale non può essere esportato dal paese di origine. Allo stesso modo, il Louvre ha reclamato le Il Cestino di fragole selvatiche (esposta per la prima volta al Salon nel 1761) di Chardin in Francia, appellandosi al suo valore per la nazione e chiedendone la classificazione come tesoro nazionale impedendone lâesportazione. In ogni caso, è importante trovare un equilibrio tra politiche di protezione del patrimonio e libero mercato, per garantire sia la conservazione dellâidentitĂ nazionale sia una piĂš corretta circolazione delle opere dâarte a livello internazionale.
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