Jan Fabre, Adsum qui feci (I, here before you, am the guilty party) dalla serie 'Vanitas vanitatum, omnia vanitas', 2016. Courtesy of Blindarte
Proseguono gli incanti d’autunno delle case d’aste italiane. Ora è il turno di Blindarte, con una bella sfilza di arte italiana e internazionale, da Kapoor a Munari a Schifano. Segnatevi queste coordinate: giovedì 30 novembre, a Napoli, ma anche in collegamento con la sede di Milano. «È un ottimo momento per comprare certi artisti prima di ulteriori aumenti di quotazioni», rivela a exibart il direttore Memmo Grilli. «Alcuni negli anni passati erano molto richiesti e difficilmente riuscivano ad essere aggiudicati per importi vicino le stime minime, ma di recente è stato possibile acquistarli in asta senza rilanci eccessivi – o magari per importi vicino la base d’asta».
Ed eccoli i grandi protagonisti dei rostri nostrani e fuori dai confini, senza distinzione. Come il maestoso Jan Fabre, Adsum qui feci (I, here before you, am the guilty party) della serie Vanitas vanitatum, omnia vanitas, anno 2016, è stato esposto anche all’Hermitage di San Pietroburgo. «Fabre è un artista molto chiacchierato ed eclettico, tra i più interessanti nel panorama contemporaneo», commenta Grilli, nel corso del nostro scambio. «Consigliamo assolutamente di riuscire ad aggiudicarsi almeno una sua opera, ce ne sono diverse in catalogo, prima che le sue quotazioni salgano». Un orologio, vera vanitas contemporanea, segna il passare, lo sfiorire del tempo; e poi un cane, emblema di fedeltà e devozione, tutti rigorosamente composti da ali di scarabeo. La stima: € 100.000/150.000.
Tanti in generale gli artisti internazionali da Blindarte, da Gilbert & George a Thomas Hauseago, passando per Antonio Dias, Donna Huanca e Cindy Sherman. Tanti, di pari passo, i nomi nostrani che valicano i confini. C’è Fontainebleau di Piero Dorazio, monumentale, 190×210 cm (stima: € 100.000/150.000). C’è il Table basse trapezoidale «Têtes de chiens» di Diego Giacometti, spicca anche in esposizione, a Milano, in via Palermo (stima: € 80.000/120.000). Ancora, una Superficie lunare di Giulio Turcato, realizzata pochi anni dopo lo sbarco sulla luna (stima: € 35.000/45.000). E Salvo, con i suoi colori cangianti che fanno impazzire le sale (stima: 6.000/8.000) – in quest’autunno affollato di aste è tra gli highlights di svariate maison. Poi un nome «altisonante e importante» dell’arte contemporanea italiana, Giulio Paolini, è in catalogo con Le Cygne Noir del 1993-94. «Un’opera elegantissima che rappresenta al massimo la poetica del grande artista di arte povera», commenta Grilli, il riferimento è a quelle lastre in plexiglass che si incontrano nell’occhio di un cigno, al tempo stesso teatrali e intrise di mistero. «Riteniamo sia una delle opportunità più interessanti in catalogo». La stima, qui: € 40.000/60.000.
Alla richiesta di un nome da consigliare a un giovane collezionista, Grilli risponde di «farsi guidare dal proprio intuito e gusto, perché a quello bisogna affidarsi prima di tutto». Poi restringe il campo: «Direi che dipende dall’investimento, in catalogo consiglierei Kapoor o Schnabel che sono nomi sicuri del panorama internazionale. Ma tra le opere meglio riuscite menzionerei anche il bel lavoro di Federico Solmi, un bravissimo artista che merita molta attenzione!». L’appuntamento è al 30 novembre, con l’asta di arte moderna e contemporanea di Blindarte.
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