Installation view of 74th Arts’ “la mer” at the Les Bords de Mer, photo by Casey Kelbaugh / CKA, courtesy 74th Arts
La fiera pop-up La Mer, a Marsiglia dal 1° al 6 luglio 2025, si sviluppa in un piccolo hotel stretto tra la strada e il mare, Les Bords de mer, a ridosso di una delle spiagge rocciose più affollate della città. La seconda “ville” di Francia per estensione è accogliente e multietnica, un mélange di culture e tradizioni: è questo che ha attratto la fondatrice della fiera, Becca Hoffman. 19 stanze d’albergo ospitano una variegata proposta artistica. La particolarità di questa nuova fiera, pensata e voluta dalla direttrice di 74th Arts, è di accogliere una selezione artistica pensata sia da curatori che da galleristi.
Le opere si insediano nelle camere dell’hotel prendendo il posto dei clienti: le troviamo nelle docce, affacciate a finestre e balconcini, adagiate sui letti, oltre che appese alle pareti. La fiera è legata a un più ampio progetto imprenditoriale che vuole svilupparsi contemplando 3 continenti. Quest’anno prevede 3 appuntamenti tra Singapore, Marsiglia e Aspen (Colorado). A Marsiglia, ha coinvolto curatori e curatrici come Armelle Dakouo (direttrice artistica della fiera parigina AKAA, Also Known as Africa), Jessica Hodin Lévy, Jonah Steinberg, Joyce Toh.
74tharts è un’organizzazione internazionale fondata dalla veterana dell’industria artistica – gallerista, imprenditrice del settore e direttrice di Outsider Art Fair, che ha l’obiettivo di ridefinire il modello tradizionale fieristico. Come? Creando un’esperienza immersiva, itinerante e multidisciplinare che si basi su esposizioni curate dichiaratamente per la vendita.
Marsiglia, come dichiarano molti dei suoi abitanti, non è mai stata così trendy come in questo momento storico. Eppure, la fiera non è pensata per essere fissa: ogni anno cambierà destinazione, optando per una delle principali città provenzali tra Arles, Nîmes, Nizza e altre. Il format della fiera fa pensare, infatti, a Nomad, dedicata ad arte contemporanea e design e ospitata sempre in venue chic come Capri, St Moritz, Venezia. Tuttavia, la fiera pop-up creata da Becca Hoffman non punta a insediarsi in città catalizzatrici, rinomate per il lusso e lo stile agiato di vita, bensì in località dal carattere forte per estro, storia, popolazione.
Come spiega a exibart la fondatrice: «La fiera non sarà mai in una New York, Parigi, Londra, Los Angeles perché vogliamo sostenere altre città che hanno nuove energie creative e comunità creative. Vogliamo offrire una piattaforma a tutto questo. Crediamo che la creatività non risieda solo sui muri, negli abiti, nelle sedie, nel design o nel cibo. Pervade tutto».
Da premiare anche il programma di Studio Visit organizzato dalla fiera che ci porta a conoscere artisti e designer come Melanie Gomis, nata a Marsiglia da madre senegalese. A Marsiglia più del 40% degli abitanti è straniero, così la città risulta essere un ibrido intrigante dal punto di vista creativo. Quello che la designer cerca di fare nella moda è riflettere questa miscela culturale e trovare, allo stesso tempo, un modo per rispettare i tessuti e il processo, coinvolgendo, ad esempio, artigiani locali. Dopo una formazione in cucito iniziata all’età di 14 anni, seguita dalle “Beaux-Arts” e dalla “Chambre Syndicale de la Couture Parisienne”, Gomis ha proseguito gli studi alla Central Saint Martins di Londra. Ha vissuto poi in Libano dove l’Haute Couture è rinomata e apprezzata, ha scelto però Marsiglia come base poiché, non essendo già un tempio della moda come Parigi, permette di esplorare un territorio vergine e avanzare qualcosa di differente nell’estetica che guardi all’Ecologia e allo Slow Fashion. Usa quindi paillettes di plastica riciclata e Perline di Bamboo.
Negli indumenti che realizza poi guarda al Senegal come fonte di ispirazione, sui costumi troviamo la stampa di alcune lumache che rievocano quelle grandi che si trovano nel Paese di origine materna. Collabora con artigiani italiani, in particolare per l’organza. Il suo range di prezzi va dai 95 (per le spille) ai 10.000 euro per gli abiti più elaborati. Impiega una settimana per realizzare un costume in seta ornato con le paillettes.
Fanno parte della fiera una serie di iniziative come la collettiva all’interno di Ateliers de la Ville de Marseille, con 8 artisti che ragionano sul mare (2 Place de Lorette, 13002 Marseille); la visita al Îles du Frioul, proprio di fronte a Marsiglia, accolti dalla matrona della Galerie Béatrice Soulié; la cena al tramonto “Ligne d’écume”, curata dallo chef Hughes Mbenda del Ristorante Kin, presso il Bunker des Calanques (10A Chemin des Goudes) compresa di tavola apparecchiata con piatti e bicchieri realizzati appositamente da designer sotto la direzione artistica di L’Objet Collaboré – Caroline Pelletti Victor. E ancora la visita alla mostra Infiniment Bleupresso lo Château Borély e la mostra 9ème étage di Mickaël Doucet, quarto capitolo del progetto “Le code a changé”. Didier Webre, collezionista e proprietario di un appartamento situato all’ottavo piano di un edificio con una vista a 180° sul Vieux-Port di Marsiglia.
Vediamo così le fotografie lunari di Fred Nevchè, scattate al porto dell’isola di Frioul, che necessitano di 7 ore di ripresa o le composizioni ispirate ai frattali e alle topografie liquide di Zineb Mezzour. La galleria Casterline|Goodman di Aspen presenta alcuni lavori di Daniel Yocum che riprende sia l’Espressionismo astratto di Jackson Pollock sia il tratto verace di Michel Basquiat. La selezione a cura di Becca Hoffman e Armelle Dakouo con la balaustra in sapone di Marsiglia di Marion Mailaender e le sculture di Marion Verboom, presentata dalla parigina galleria Lelong. La stanza curata da Trickie Lopa – direttrice di Art Fair Philippines – Peacock Projects con opere tessili di Melvin Guirhem, ma anche le vesti storiche di diverse civiltà recuperate da deToujours.
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