ABMB25, Galleries, Public Interactions, MC, PR, Gagosian, Maurizio Cattelan
Se a Miami l’inverno non arriva mai davvero, a inizio dicembre la temperatura scende comunque di qualche grado — almeno all’interno del Convention Center, cuore pulsante della Miami Art Week. Fuori, l’umidità resta quella tropicale; dentro, sotto strati di aria condizionata e luci artificiali prende vita la nuova edizione di Art Basel Miami Beach, epicentro di una città che, per un’intera settimana, si trasforma in una macchina perfettamente oliata per il mercato dell’arte.
Gli eventi in programma sono tantissimi: sulla sabbia di South Beach si sviluppano i padiglioni di UNTITLED Art, con i suoi 157 espositori e una nuova sezione dedicata alle organizzazioni non profit. Dall’Italia, troviamo qui la bolognese Galleria Studio G7 e poi ancora: L.U.P.O – Lorenzelli Projects, Luce Gallery e SECCI Gallery.
Continua poi il gemellaggio tra Context e Art Miami, giunta ormai alla sua 35esima edizione e che per il 2025 presenta una selezione di oltre 160 gallerie tra cui Aldo Castillo, Aria Art Gallery, Berengo Studio, Deodato Arte, Barbara Paci, Stefano Forni, Liquid Art System e Secci.
A Pride Park domina invece il grande padiglione temporaneo di Design Miami che, con oltre 70 espositori, mette in scena il punto di intersezione tra progetto e arti visive, sotto la direzione curatoriale di Glenn Adamson. E poi c’è Scope, storicamente la più sperimentale tra le grandi fiere cittadine, che continua a intercettare le pratiche emergenti e i linguaggi più ibridi.
Ma la vera regina resta sempre lei: Art Basel Miami Beach, con le sue 283 gallerie provenienti da tutto il mondo. È qui che si gioca la partita principale, tra debutti istituzionali, opere museali e nomi ormai stabilizzati, in un equilibrio continuo tra scoperta e consolidamento. E in un simile sovraccarico di stimoli, orientarsi diventa un esercizio di sopravvivenza visiva. Ecco allora una selezione ragionata — e necessariamente parziale — di ciò che, tra un booth e l’altro, vale davvero la pena non perdere.
Mentre un uccello in marmo di carrara — ad opera di Cattelan— se ne sta capovolto all’ingresso del booth di Gagosian, un altro volatile —più piccolo e in bronzo— dello stesso artista attira l’attenzione nello stand Massimodecarlo. Da Victoria Miro, invece, i può entrare in un cubo di specchi che ci trasporta in un ambiente sospeso: è un’Infinity Room di Yayoi Kusama, che ci si aspetterebbe di incontrare in un museo più che tra gli stand di una fiere. A descriverlo così, sembra un universo folle e parallelo, ma no: è “solo” la selezione di Art Basel Miami Beach.
In questa selezione si muovono anche le italiane, che, in questa edizione, non restano sicuramente in secondo piano. Da Kaufmann Repetto a Galleria Continua, passando per Tornabuoni, Alfonso Artiaco e Massimodecarlo, le opere presentate dalle italiane si muovono tra i grandi maestri degli anni Sessanta del secolo scorso e sperimentazione più recenti. Spicca senza dubbio lo stand di Mazzoleni che propone un imponente lavoro di Marinella Senatore, composto da otto pannelli che, insieme, misurano ben 5 metri e che, nello stand, entra in dialogo con Fontana, con Alighiero Boetti e con Salvo. Una presentazione curata dalla galleria è poi dedicata alle figure ibride e mistiche della pittura di Wilfredo Lam.
Notevole anche la selezione della romana Lorcan O’Neill, con le grosse pecore lignee di Kiki Smith adagiate sulla moquette dello stand, i disegni —sempre bellissimi— di Tracey Enim e le grosse porte in resina colorata di Rachel Whiteread.
Tra le presenze internazionali, poi, è da non perdere lo stand della svizzera Mai 36 Galerie, che presenta una grande fotografia di Thomas Ruff sulla parete esterna e opere di Flavio Garciandía e Michel Pérez Pollo, insieme a un Kabinett dedicato a HR Giger: una selezione fresca e attuale che combina opere concettuali e pittura figurativa.
Ma la Miami Art Week è anche e soprattutto mercato e il Convention Center quest’anno sembra aver dato il via ad una settimana che potrebbe rivelarsi più che propizia per gallerie e collezionisti. Durante la prima giornata di fiera, infatti, Hauser & Wirth conferma il fermento con la vendita di due importanti Louise Bourgeois, una scultura da $ 3,2 milioni e un dipinto da $ 2,5 milioni. Anche White Cube inaugura la fiera con risultati importanti, con vendite di nomi affermati come Willem de Kooning, Tracey Enim e un bellissimo lavoro della serie Pharmacy di Damien Hirst. David Zwirner conferma il trend con la vendita di un Richter astratto da $ 5,5 milioni e un’Alice Neel a $ 3,3 milioni.
Che a Miami, forse, l’estate duri un po’ più a lungo anche tra i booth delle gallerie?
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