Prima la vernice fresca, quella che non ha fatto in tempo ad asciugarsi prima di cadere nelle grinfie – a tratte bulimiche, a tratti visionarie – dell’art market internazionale. Poi i maestri della Contemporary Art, da un iconico ragno di Louise Bourgeois alla superstar Jean-Michel Basquiat. E c’è anche un italianissimo Lucio Fontana blu tra gli highlights della carrellata milionaria, arriva diretto dalla collezione Manetti Shrem – il ricavato andrà in beneficenza dopo uno strategico tour internazionale, sotto il mantra «The Art of Living is the Art of Giving» (qui). Tutto pronto in York Avenue, spazio ai capolavori di Sotheby’s New York. Si parte con The Now.
Primo lotto, ed è subito record. Vola a $ 787.400 Justin Caguiat, il suo stile ricercato, così profondamente radicato nella storia, è stato spesso accostato al japonisme del XIX secolo – schianto elegante tra influenze europee e orientali. È il miglior risultato d’asta raggiunto dall’artista, classe 1989. Record anche per il Night Studio di Nicole Eisenman, groviglio ponderato di citazioni e omaggi, da Rubens a Gauguin: chiude a quota $ 2,4 milioni, due volte la sua stima alta iniziale. Applauso in sala. Passano veloci Marìa Berrìo (381.000), Jonas Wood ($ 3,7 milioni), poi a ruota Las Meninas II del Leone d’Oro dell’ultima Biennale Arte, Simone Leigh. Fair warning, last chance: aggiudicazione finale da $ 3 milioni, è un nuovo traguardo per l’artista, il secondo della settimana dopo quello fissato lunedì sera con Stick (Christie’s, $ 2,7 milioni).
Ritirata nel bel mezzo dei giochi la tela Haze Days di Yoshitomo Nara, stimata per $ 12-18 milioni – peraltro lotto di copertina dell’incanto. Brusio generale. Fanno da contraltare le buone vendite per Kerry James Marshall ($ 5,7 milioni), George Condo ($ 3 milioni) e Portia Zvavahera ($ 355.600). Totale della manche: $ 37,2 milioni, premio incluso, leggermente inferiore alla stima di $ 42,4 milioni. Trionfano i nomi femminili, perfettamente in linea con il trend internazionale.
Una breve pausa, il testimone passa all’auctioneer Oliver Barker. Che la Contemporary Evening Auction abbia inizio, tra i grattacieli accecanti di New York. C’è una piscina di David Hockney ad aprire le danze – il soggetto è quello topico che da Christie’s, nel 2018, totalizzava $90,3 milioni – ovviamente il record d’asta dell’artista. L’esito della scorsa notte, dalla competitor Sotheby’s: $ 3 milioni, a partire da una stima di $ 1-1,5 milioni. È subito il turno di Gerhard Richter, la serie è quella iconica degli Abstraktes Bild, vola veloce a $ 5,5 milioni. Ed eccolo il grande atteso di Manhattan: «un ragno gigante di Louise Bourgeois sfida il mercato», come titolavamo su exibart appena tre settimane fa (qui). Oltre 3 metri d’altezza, una provenienza eccezionale, una storia al tempo stesso personalissima e universale. «Perché un ragno?», scriveva l’artista. «Perché la mia migliore amica era mia madre e lei era intelligente, paziente, capace di calmare, ragionevole, delicata, sottile, indispensabile, ordinata e utile, come un ragno», rispondeva. Da Sotheby’s, a New York, lo Spider del 1996 (ovviamente garantito) ha raggiunto la quota record di $ 32,8 milioni. Vale a dire una delle opere di maggior valore di un’artista donna mai battute all’incanto – il titolo spetta ancora a Georgia O’Keeffe dal 2014, per quel White Flower No. 1 da $ 44,4 milioni. Un altro applauso scrosciante in sala.
Altri highlights dell’incanto, tutti in qualche modo fagocitati dal fragore di Bourgeois. I dolci glassati di Wayne Thiebaud ($ 14,7 milioni), Now’s the time di Basquiat ($ 28,6 milioni), Black Touch di Helen Frankenthaler ($ 3,4 milioni), il cigno Inflatable di Jeff Koons ($ 3 milioni). Poi ancora Gerhard Richter, stavolta con un 4096 Farben pixelato, prezzo finale $ 21,8 milioni (stima: 18-25 milioni). E i tagli verticali su un mare blu di Lucio Fontana, ovviamente, assestati a quota $ 2,2 milioni. Tutti venduti i 28 lotti della Contemporary Auction. Totale da $ 145,8 milioni.
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