18 marzo 2023

Sotheby’s, all’asta le opere della collezione Manetti Shrem

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«L’arte di vivere è l’arte di dare», così i coniugi Shrem mettono in vendita la loro collezione, da Picasso a Redon. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza

Pablo Picasso, Femme nue couchée jouant avec un chat, 1964. Courtesy of Sotheby's

La formula è perfetta. Ci sono lotti straordinari, come quel nue couchée di Jacqueline ad opera di Picasso – quasi una moderna Olympia di Manet, ritratta insieme al gatto nero che incontrarono tra le vie labirintiche di Mougins, in Provenza, nel 1964 (stima: $ 18-25 milioni); o ancora le fenditure profonde inferte sulla tela da Lucio Fontana (stima: $ 1.8-2.5 milioni), in un mare senza fine color blu Klein – non un omaggio casuale, s’intende, vista la reciproca stima. Non solo. C’è una provenienza che suona come una garanzia, quella dei coniugi Maria Manetti Shrem e Jan Shrem, collezionisti, imprenditori, riconosciuti filantropi, di quelle coppie con una storia da raccontare. E c’è un fine nobile, che non guasta in questo sistema dell’arte sempre dominato da death, divorce and debt: il ricavato dell’incanto sarà devoluto in beneficenza, tra cause artistiche e medico-scientifiche che da sempre animano i due coniugi visionari. Detto, fatto. Sotheby’s annuncia la vendita di maggio dedicata alla Shrem Collection, a New York, con un leitmotiv senza giri di parole: «The Art of Living is the Art of Giving». O anche: «Donare con mani calde e non con mani fredde dopo il trapasso», lo ripete come un mantra proprio l’imprenditrice italo-americana, Maria Manetti Shem. «Oggi il compito più importante nella mia vita è quello di motivare i giovani, di sostenere sia i talenti che i più bisognosi, di dedicarmi completamente alla filantropia», spiega. «Credo fermamente che l’arte di vivere sia l’arte di dare».

Ed eccole le 17 opere pronte a passare di mano, letteralmente, e sotto il martello della maison. Picasso e Fontana tra i top lot, li citavamo in apertura. Ma anche Bruce Nauman, con il suo Study for Dream Passage del 1984, quella serie di ostacoli e vicoli ciechi che intrappolano straniano incantano senza scampo lo sguardo – e la percezione – del fruitore. Qui in un grande lavoro su carta preparatorio, tra l’altro, davvero raro all’incanto, negli ultimi dieci anni ne sono state offerte solo due di questa dimensione (stima: $ 250.000-350.000). E poi ancora Pégase di Odilon Redon, anno 1905: lo stesso Pegaso, simbolo di libertà, di creatività senza limiti, che è stato per anni l’emblema dell’azienda vinicola degli Shrem nella Napa Valley, Clos Pegase, progettata dall’architetto Michael Graves e descritta dal Washington Post come «il nostro primo monumento al vino e all’arte» (stima: $ 30.000-50.000).

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Attese, 1968. Courtesy of Sotheby’s

Vicende private e opere che si intersecano, in continui riverberi tra arte e vita, senza distinzione. Vale anche per quei lavori che un tempo ornavano i terreni e le pareti di Villa Mille Rose, e a maggio sfileranno eleganti tra i lotti della Shrem Collection: Tongue, una scultura surreale e riflettente alta quasi otto metri, dell’artista svizzero Not Vital; un monumentale omaggio in bronzo alle qualità vitali dell’orchidea di Marc Quinn; infine l’installazione di land art di Richard Long, Georgia Granite Line, acquistata da Maria durante una visita a Londra e primissima opera d’arte acquistata per Villa Mille Rose. È solo un assaggio degli artisti di ogni sorta di cui la coppia si è circondata negli anni, certi contemporanei sono diventati perfino amici, da Jeff Koons a Olafur Eliason, da Andrea Bocelli a Renée Fleming. Ma ora è tempo di dare, ora è tempo di fare del bene con l’arte di una vita. «The Art of Giving», ancora e ancora.

Óscar Domínguez, Le plus clair du temps II, 1943. Courtesy of Sotheby’s
shrem
Odilon Redon, Pégase, 1905. Courtesy of Sotheby’s
shrem sotheby's
Bruce Nauman, Study for Dream Passage, 1984. Courtesy of Sotheby’s

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