The Armory Show. Photography Credit Vincent Tullo
New York, 8-10 settembre 2023, segnatevi queste coordinate: sono i giorni dell’Armory Show. 225 gallerie da tutto il mondo, una rappresentanza da 35 Paesi, oltre 800 artisti internazionali a sfilare tra gli stand. E la solita offerta senza limiti di spazio né di categoria, lo ribadisce da subito la direttrice Nicole Berry nel comunicato ufficiale: «L’ampiezza della partecipazione internazionale di artisti e galleristi», rivela, «riflette la ricca diversità della città stessa, un luogo in cui i professionisti dell’arte di ogni provenienza sono storicamente venuti per superare ogni confine e per partecipare a una conversazione globale».
Saltano all’occhio i grandi assenti, da Gagosian a David Zwirner, da Hauser & Wirth a Pace Gallery. Ma non mancano le gallerie che tornano in fiera dopo una pausa (oltre 30, incluse Lehmann Maupin e Galerie Lelong & Co), ben 40 new entries, 140 riconfermate dall’anno passato. E poi ancora una decina di italiane, incluse Luce Gallery (Torino), Vistamare (Milano e Pescara), P420 (Bologna), Apalazzogallery (Brescia), Alberta Pane (Parigi e Venezia), Lorcan O’Neill (Roma), Massimo Minini (Brescia) e Francesca Minini (Milano), Poggiali ed Eduardo Secci (entrambe con sedi tra Firenze, Milano e Pietrasanta).
Primissimo sguardo allora ad alcune sezioni peculiari della fiera. Senz’altro Solo, «dedicata», dicono dalla fiera, «a presentazioni intime di artisti emergenti, affermati e storici» – occhi puntati, tra gli altri, sull’artista newyorkese Bridget Mullen presentata da Shulamit Nazarian (LA) e sull’installazione del pittore cinese Xie Lei in scena da Semiose (Parigi). Incontreremo Presents tra le sezioni dell’Armory 2023, occhio qui alle realtà nate da meno di un decennio, come la newyorkese Tara Downs. E menzioniamo ovviamente Platform, d’impatto, sensazionale, con i progetti di grandi dimensioni e le opere site specific allestite proprio al centro della fiera, a realizzarle nomi come Jean Shin, Teresita Fernández, Shahzia Sikander, Devan Shimoyama – solo per citarne qualcuno.
L’appuntamento è a settembre, al Javits Center di New York. Nel frattempo, la città avrà modo di confrontarsi con altre realtà fieristiche di imminente apertura, Frieze (dal 17 al 21 maggio) e Tefaf (dal 12 al 16 maggio). Insieme ovviamente alla consueta primavera delle aste, una vera sfida al lotto più altisonante da combattere a colpi di bid. Tutti nella Grande Mela.
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