Categorie: Mercato

The Armory Show 2025, inizia la storica fiera di New York

di - 4 Settembre 2025

Tutto pronto per The Armory Show 2025. Apre le porte dal 5 al 7 settembre al Javits Center (preview il 4 settembre) e inaugura la maratona d’autunno, in concomitanza con Frieze Seoul. Nasceva nel 1994 la super fiera newyorkese, e il suo nome – The Armory Show – rende omaggio alla prima grande mostra d’arte moderna in America, nel 1913. Nel 2023, il colosso Frieze ne annunciava l’acquisizione (insieme all’Expo di Chicago). Quest’anno, a fare da protagonisti, sono oltre 230 gallerie internazionali. «L’Armory Show significa tantissimo per tantissime persone», ha dichiarato la direttrice Kyla McMillan. «È un punto di riferimento per il mondo dell’arte newyorkese da molti anni e la fiera è cresciuta proprio come New York è diventata la capitale del mercato dell’arte globale».

Ci sono gli stand internazionali del settore Galleries, con opere d’arte moderna e contemporanea. Poi Solo, con le presentazioni più intime che si concentrano sul lavoro di un singolo artista emergente, affermato o storico – attivo nel XX o XXI secolo. Ancora, Focus, che evidenzia artisti e gallerie del Sud America, «una regione fondamentale per il panorama artistico americano», dicono dall’organizzazione, «e patria di alcuni degli artisti più celebri del Paese, analizzando la regione come punto di incontro tra popolazioni diverse e pilastro dell’arte americana contemporanea».

Photo Credit: Vincent Tullo courtesy The Armory Show

La sezione Presents mette in luce gallerie emergenti con non più di dieci anni di attività, offrendo lavori recenti in presentazioni di artisti singoli o in coppia. Platform porta al Javitz Center sculture di grandi dimensioni – non lavori di dimensione tradizionale, insomma, da stand – con installazioni e opere site-specific. E, per chiudere in bellezza, c’è anche una sezione tutta nuova: si tratta di Function, che all’Armory Show 2025 esplora l’intersezione tra arte e design, esaminando le pratiche artistiche da una prospettiva progettuale. Ed è curata da Ebony L. Haynes, Senior Director di David Zwirner e 52 Walker.

Quindi, ecco qualche nome sparso fra le sezioni della fiera. A partire dalle gallerie italiane (o con sede in Italia), tra cui Francesca Minini, Richard Saltoun Gallery, Secci, Massimo Minini, Galleria Lorcan O’Neill, Tim Van Laere Gallery, Mucciaccia Gallery, Galleria Studio G7, Luce Gallery. Victoria Miro propone, tra gli altri, una solo presentation di Doron Langberg. Mentre Dep Art Gallery seleziona per l’edizione 2025 opere dagli anni Settanta in poi, in un dialogo che da Salvo passa ad Alighiero Boetti, Valerio Adami, Natale Addamiano e Tino Stefanoni. Tra gli stand internazionali, menzioniamo Mariane Ibrahim Gallery, Skarstedt, Nara Roesler, Dirimart, Albertz Benda, Ronchini, White Cube. Grandi assenti nella lista, come da copione degli ultimi anni, i giganti blue-chip, da Pace Gallery a David Zwirner, da Gagosian ad Hauser & Wirth – tutti presenti nel programma di Frieze Seoul.

«Ci sono così tanti aspetti che rendono la fiera unica, e voglio sottolinearli», ha specificato Kyla McMillan in una recente intervista. «Voglio anche che siamo una fiera che si adatta ai nostri tempi e alle esigenze dei nostri espositori. Abbiamo l’opportunità di essere la fiera americana per eccellenza. Il nostro pubblico di collezionisti, curatori, artisti e professionisti proviene in gran parte dagli Stati Uniti e dal Nord America. Per gli espositori negli Stati Uniti, partecipare all’Armory Show racconta la storia di ciò che sta accadendo nel mercato dell’arte americano. E per gli espositori al di fuori degli Stati Uniti, l’Armory Show è la fiera che permette di interagire con il pubblico americano».

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