E’ possibile, oggi, creare uno stretto ed armonico connubio tra pittura tradizionale e moderni strumenti tecnologici, senza esasperate forzature o, al contrario, auto-limitanti preclusioni?
Sì, se i veri parametri operativi sono intelligenza, abilità tecnico-manuale e sensibilità.
Doti certamente non comuni, ma che le opere di Davide La Rocca dimostrano con schiettezza e sincerità di possedere, senza ingannevoli mistificazioni o banali tentativi di spettacolarizzazione.
Infatti, nella ferma volontà di superare qualsiasi sterile tentativo di autarchia creativa, l’artista, siciliano di nascita e milanese di adozione, coniuga una preparazione colta e raffinata del fare pittorico con le moderne tecniche di cinema, fotografia, videoclip ed informatica, in una “concezione totale” dell’arte di lontana ascendenza romantica.
Certo, le modalità ed i mezzi esecutivi sono molto diversi, ma il tutto si ricompone in una complessa articolazione operativa che trova giustificazione in una visione artistica caleidoscopica.
Una piacevole ossessione tecnica che accompagna la nascita di un lavoro (quando viene selezionata un’immagine, spesso tratta da film), la sua elaborazione (quando i frame vengono rivisti al computer, mappati, ed i colori tradotti in bianco e nero), sino alla finale scomposizione in sottili sfumature di grigio e ad una nuova definizione coloristica.
Un procedimento tecnico “rinascimentale”, quasi celliniano nell’attenzione costante e scrupolosa per il pigmento cromatico, che permette all’artista di immergersi completamente nell’opera e costruirla passo per passo, in una logica di continuità pittorico-manuale in grado di dar voce ad una nuova tipologia estetica della contemporaneità.
Come Artemisia Gentileschi miscelava le polveri e dipingeva in studi nei quali la luce, secondo la lezione caravaggesca, entrava verticalmente, così Davide La Rocca recupera quell’atmosfera di arcani procedimenti, di cui solo la mano dell’artista demiurgo conosce le leggi più segrete.
Ed in una realtà come l’odierna, le cui molteplici e diversificate stratificazioni rifiutano superficiali ed unidirezionali interpretazioni, la risposta di Davide La
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