I quadri di Bellucco sono impressionanti. Entrati alla Mudima, ci si trova schiacciati di fronte ad opere di grandi dimensioni che ricevono uno slancio ulteriore dalle altissime pareti della fondazione.
Questo artista tratta il corpo come un paesaggio, conferisce ai tratti somatici dei vecchi, l’imponenza di perdute architetture segnate dagli evi, rende colossali le membra, le priva delle loro collocazioni, ne fa anfratti cavernosi. Se gli attributi sessuali maschili, in passato, erano giustificati solo dal rigore accademico, che pretendeva l’esaustività della rappresentazione del nudo, nelle sue opere essi occupano da soli l’ampiezza della tela, e da tabù visivo diventano oggetti di una contemplazione non morbosa, ma estatica.
Le fasi dell’amplesso, un pene, un testicolo, le carni intrecciate, rese attraverso l’uso sapiente di una tavolozza in realtà poverissima, non sono devitalizzate, conservano anzi tutte le imperfezioni di un incarnato non idealizzato, ma realisticamente intaccato e consunto; ma di fronte a quest’esubero di carne afflitta, l’osservatore prova stupore e pietà, non altro. Se il corpo per Bellucco è una scena tragica, una lamentazione che coinvolge autore e fruitore, insieme al soggetto rappresentato, per Guida è un ritaglio; uno è avvolgente, l’altro tende alla bidimensionalità; uno rispetta al parossismo tutte le tracce della carne, l’altro vira i corpi in colori acidi, e ne fa attributi della composizione giustapposti all’elemento decorativo, assecondando la trama dei fondi a collage.
Si potrebbe dedurne che i due artisti contrappongono due poetiche diverse sul tema; certamente non esiste un modello privilegiato per rappresentare il corpo. Visitando la mostra, che offre una ricca agenda di opere, tutte di medio o grande formato, si può sviscerare una preferenza, ben consapevoli, però, che non esiste un approccio figurativo senza l’altro: quello tra Guida e Bellucco è più simile ad un carteggio, una tacita complicità.
Entrambi riconnotano la figura umana, e si trovano d’accordo sulla lettura drammatica del corpo; senza lasciarsi ingannare dalla vivacità delle tele, in Guida è facilmente rintracciabile la stessa visione del deperimento, o quanto meno dell’invecchiamento biologico, detratta dalla scelta dei soggetti giovani e gaudenti da una parte, anziani e contratti dall’altra.
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Hai ragione: è colpa mia. Ma comunque mai prima dell'inaugurazione dato che si tratta di un momento critico e non semplicemente informativo.
Scusatemi
Sarebbe "interessante" "auspicabile" ecc. ecc. avere le notizie "prima", con anticipo, non con tanti giorni di ritardo ! grazie