Denti di leone, cardo selvatico, edera e bardana ma anche peli di cane e crini di cavallo: sono i materiali organici di cui sono fatte le “sculture minimaliste” di Christiane Löhr (Wiesbaden, 1965). I leggerissimi “boschetti” di semi e di erbe indiane, collocati in basso su una pedana al centro della prima sala, invece di dissolversi al primo spostamento d’aria, dimostrano una straordinaria capacità di coesione interna, piccoli miracoli di architettura zen. Sulla parete, una massa luminosa, impalpabile e coesa al tempo stesso, una nuvola di semi di cardo, raccolti in una sottilissima rete per capelli. Altrove, una matassa di peli di cane, nel quale sono rimasti impigliati semi di agrimonia, dà forma a un soffice cuscino e a una piccola “tenda” che si tiene in formidabile equilibrio. Questi oggetti sembrano
articoli correlati
Il giardino dell’Eden tra naturale e artificiale
Workshop internazionale di giovani artisti a Belgrado
link correlati
Kunstverein Wiesbaden
matilde marzotto
mostra visitata il 12 marzo 2003
Sulle note di All I Want for Christmas Is You di Mariah Carey o di Last Christmas, ma anche dell’intramontabile…
Fino al 6 gennaio 2026, il percorso esplora tradizioni, abiti delle feste e presepi di tutta Italia. Inaugurata anche La…
A dieci anni dalla morte e a 50 dalla Biennale del ‘76, Leonforte celebra Salvo con una targa nel luogo…
Il vincitore del Premio Milano Drawing Week 2025 porta la sua ricerca messicana in dialogo con Renato Guttuso da ArtNoble…
Al CIAC di Foligno un’ampia mostra celebra i 90 anni di Valerio Adami, mettendo in evidenza quella dimensione del sacro…
Tra rampe, laboratori e un ecosistema culturale in metamorfosi, il Grand Egyptian Museum diventa il cuore pulsante di una nuova…