Categorie: milano bis

fino al 3.V.2003 | Christiane Löhr | Milano, Galleria Salvatore + Caroline Ala

di - 20 Marzo 2003

Denti di leone, cardo selvatico, edera e bardana ma anche peli di cane e crini di cavallo: sono i materiali organici di cui sono fatte le “sculture minimaliste” di Christiane Löhr (Wiesbaden, 1965). I leggerissimi “boschetti” di semi e di erbe indiane, collocati in basso su una pedana al centro della prima sala, invece di dissolversi al primo spostamento d’aria, dimostrano una straordinaria capacità di coesione interna, piccoli miracoli di architettura zen. Sulla parete, una massa luminosa, impalpabile e coesa al tempo stesso, una nuvola di semi di cardo, raccolti in una sottilissima rete per capelli. Altrove, una matassa di peli di cane, nel quale sono rimasti impigliati semi di agrimonia, dà forma a un soffice cuscino e a una piccola “tenda” che si tiene in formidabile equilibrio. Questi oggetti sembrano nascere da un sentimento dell’architettura che è interno alla natura stessa , la loro sofisticata geometria ricorda quella dei fiocchi di neve e dei cristalli ma, contemporaneamente, sono di una semplicità assoluta. L’artista, infatti, mantiene intatta l’originalità dei materiali che raccoglie durante le sue passeggiate a piedi o a cavallo, non ne altera la struttura, piuttosto ne studia le regole interne alla ricerca di una forma e di un significato in esse contenuto. Il risultato è estremamente poetico ma mai aleatorio, di grande rigore costruttivo e, come scrive Dobrila Denegri nel testo critico, “i suoi oggetti sembrano esempi miracolosi di un’architettura immaginaria, sorprendentemente leggera e fragile ma, al tempo stesso, forte e solida”. Con il suo lavoro, Löhr esplora mondo naturale e mondo dell’uomo che trasforma lo spazio e lo adatta a sé, privilegiando uno sguardo emozionale ed estetico, un tipo di conoscenza sensibile degli oggetti, posti in rapporto con il corpo. Le sculture in mostra, infatti, sono collocate non solo a livello degli occhi ma anche del cuore o della pancia dello spettatore, mentre l’andamento ascensionale dei grandi pastelli fitomorfi è in relazione con la verticalità del corpo umano. Alla dimensione dell’abitare e del fare come indagine conoscitiva del mondo rimanda anche il Grande lavoro di crine, sorta di disegno o ricamo che, a partire da un nucleo simmetrico, si allarga sul muro come una ragnatela o la pianta di una città vista dall’alto, realizzato intrecciando crine a crine e sostenuto da aghi. Ancora una volta, a partire dall’elasticità e dalla flessibilità insite nella materia, Löhr apre ad impreviste potenzialità espressive.

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matilde marzotto
mostra visitata il 12 marzo 2003


Christiane Löhr – Galleria Salvatore + Caroline Ala, via Monte di Pietà 1 – Milano (zona Brera); 12 marzo – 3 maggio 2003; Orari: da martedì a sabato 10.00-19.00; Ingresso libero; Per informazioni tel. 02.8900901 – fax: 02.8646738, e-mail: galleria.ala@iol.it  

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