Ventiquattro personaggi dall’aria buffa e curiosa, disegnati su carta con tecniche diverse, circondano un grande collage di vinile dal titolo Golders Green N.W. 11 1983, quartiere ebraico londinese.
Dopo cinque anni ritorna in Italia Martin Maloney, l’artista inglese più ammirato e discusso del momento, incarnazione moderna e modaiola dell’uomo rinascimentale, capace di dedicarsi con uguale enfasi all’attività di critico, curatore, gallerista e pittore.
Se cinque anni fa era giunto a Milano, sempre alla Galleria Gian Ferrari, con frammenti di una Gay Life londinese, ansiosa e irriverente, trasgressiva e famelica di sentimenti, ora per la sua seconda personale sceglie un tema più leggero, più allegro, forse più spontaneo. Ritratti di compagni, conoscenti, alunni, dipinti con la consueta immediatezza, intrisa di cultura artistica e riferimenti precisi, circondano lo spettatore, che si sente “osservato” (come un professore in una grande aula),
Otto personaggi, realizzati con pastelli a cera colorati, presentano una gamma cromatica forte e contrastante e nelle loro pennellate veloci ricordano i disegni che si potrebbero trovare in un’allegra classe di scuola elementare. Nei ritratti disegnati con tempera bianca o inchiostro nero si sente invece una maggiore ricerca del dettaglio e un’arte che inclina alla calligrafia: piccoli fiori e cuoricini negli abiti femminili, quadratini nelle giacche maschili, pesci stilizzati come tessuto di un cappello, piccole perline come capigliatura femminile. La stessa precisione, quasi maniacale, nei particolari del grande collage di vinile realizzato su tela plastificata in cui un uomo con occhi asimmetrici e grande naso è circondato da fiori e piante dipinte con grande accuratezza.
giovanna canzi
mostra visitata l’11 dicembre 2003
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