La galleria Massimo Minini, che nella città di Brescia ha assunto il ruolo incontestabile di centro propulsore dell’arte contemporanea, presenta per la prima volta in Italia le opere di Dara Friedman, energica artista tedesca molto apprezzata alla biennale del Whitney Museum di New York.
E’ una sala scura, che concentra lo sguardo ed il pensiero su un grande pannello che proietta il video Wild dog, a introdurre il visitatore nel mondo iperrealistico dell’universo violento ed eccitante della Friedman.
Cani, un tempo alleati degli uomini, si aggirano cupi e randagi per le strade di Miami, alieni e smarriti davanti all’archeologia industriale che soffoca il bisogno di spazi. L’artista coglie con la telecamera gli sguardi ed i movimenti interrogativi degli animali, i quali, nonostante la condizione di evidente inferiorità di fronte all’avida mano dell’uomo, sembrano volere riconquistare la libertà con il ritorno alla condizione primordiale di vita allo stato brado.
Suoni ed immagini sono gli strumenti che l’artista utilizza per comunicare le esperienze e le sensazioni, il film diviene il paradigma che dà ordine al caos, comprimendo gli impusi dionisiaci in barattoli apollinei di pellicola, dando sensazioni sostitutive e cerebrali. Dara Friedman sperimenta la realtà attraverso i sensi e tenta di comunicare queste percezioni attraverso altre esperienze sensoriali.
Le fotografie scattate ai giovani innamorati a Roma, fermano l’atto del baciarsi nell’attimo che precede il suo compimento: sfida, pressione, orgasmo, malia, provocazione sono i sentimenti che rimangono, dopo avere assaporato le opere dell’artista, in cui pensieri e sensazioni divengono un tutt’uno.
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Mariangela Falchetti
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