Sulle pareti candide della Galleria Antonio Battaglia, fanno bella mostra di sé una decina di maxi polaroid. Maxi per le misure, decisamente
oversize: tutte le opere misurano infatti 120×100, non proprio come la tradizionale istantanea. Inconfondibile, invece, il marchio ‘polaroid’ della classica cornicetta bianca, verosimili anche la scelta dei soggetti e le inquadrature.
Di vere Polaroid ovviamente non si tratta, bensì di oli su tavola creati appositamente per l’occasione da
Paola Maffei (Arezzo, 1973), che ha riprodotto fedelmente la classica istantanea, con particolare attenzione ai particolari, ricreando puntualmente la cornice bianca fin sul retro della tavola, integrandola nel dipinto.
Diviene, quindi, opera forse non da appendere al muro ma da ammirare nella sua totalità, su tutti i suoi lati. Immortalati sulle tele da questa immaginaria macchina fotografica una serie di paesaggi o, meglio,
Paesaggi di passaggio, come li definisce il titolo scelto per la mostra: scenari e vedute rubate dal finestrino di un’automobile in corsa. Alberi e prati che costeggiano una strada e campi della sua terra d’origine, ma anche scenari urbani e luci metropolitane filtrati attraverso la velocità dello sguardo in movimento, il velo della memoria e dell’impressione soggettiva dell’artista.
Così il panorama, attraverso il finestrino aperto, diventa a volte soltanto un accostamento di strisce orizzontali di tonalità delicate,
di luci sfocate sul blu scuro della notte cittadina, con rari particolari più abbozzati, catturati per un attimo soltanto da uno sguardo in transito, che non si sofferma mai per più di un istante, ma comunque abbastanza da cogliere sensazioni e vibrazioni. Inquadra e evidenzia, questa Polaroid immaginaria, dettagli secondari e “intrusi”, come lo specchietto retrovisore dell’auto o il guard-rail che costeggia la carreggiata, quasi a sottolineare come quell’inquadratura sia solo un frammento di immagine casuale, imprigionato per sbaglio sulla tavola.
Paesaggi di passaggio, quelli che forse siamo abituati a guardare solo distrattamente nei nostri spostamenti, sempre più ossessionati dalla meta piuttosto che dal percorso, sempre impegnati ad arrivare il prima possibile senza darci nemmeno il tempo per guardare fuori dal finestrino e soffermarci a osservare la terra che stiamo attraversando a gran velocità.
Paola Maffei si è fatta notare negli ultimi anni prendendo parte ad alcune iniziative artistiche nella zona di Arezzo e, più recentemente, nel 2007, partecipando alla sezione
Anteprima del Miart proprio con la galleria che ospita questa sua prima mostra personale.