Ed è il modo più che il risultato
a interessare. Così, per questa mostra, il collettivo affronta nuovamente
l’indefinibile varietà della rete, animata dai social network che impazzano
come non mai, e dalla mistificazione della realtà tangibile. Un panorama dove l’aspetto
più controverso e discusso – e dunque più appetibile – è quello della proprietà
delle informazioni: qualsiasi materiale è oggi online e, va da sé, alla portata
di tutti; da una parte il copyright e la privacy sono impugnati come diritti
inalienabili e incontestabili per chiunque, dall’altra una moltitudine che
pubblica, tagga
e condivide immagini di ogni tipo.
Tralasciando analisi legate alla
socialità dei mezzi, Alterazioni Video si concentra sulla metamorfosi di questo
limbo mediatico, un’escalation secondo il vangelo di Photoshop e Google Images.
Riprendendo proprio la recente reimpaginazione del motore di ricerca di
immagini più usato al mondo, il collettivo propone un’accozzaglia di immagini
rimbalzate da un utente all’altro: nello specifico, si tratta di file che
vengono catturati in rete e rielaborati da ognuno dei componenti del gruppo, da
una parte all’altra del globo.
Mostri antropomorfi con tsunami da
allucinazione e manga abbandonati su superfici liquide dalle quali sembrano
scivolar via. Un supporto tridimensionale degno di nota quello scelto per le
installazioni, sbalzato fuori dal muro, vibra e si avvicina a chi osserva, come
un foglio di carta appallottolato e buttato via, portatore di un messaggio
inutile e sbagliato.
Non c’è bisogno di comunicazione
perché non c’è molto da dire. Le immagini, nella loro brutalità bestiale e
monca, parlano da sole.
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novembre 2010
Alterazioni Video – Violent
Paintings
Fabio Paris Art
Gallery
Via Alessandro Monti, 13 – 25121
Brescia
Orario: da lunedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0303756139; fax +39
0302907539; fabio@fabioparisartgallery.com; www.fabioparisartgallery.com
[exibart]
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Ho preferito Alterazioni Video in altri contesti. I doveri formali di galleria rischiano di banalizzare. Anche se è utile una riflessione sul trattamento delle immagini. ovviamente oggettificare l'opera implica una contraddizione rispetto la fluidità di internet. Il gallerista, e mi auguro quindi il suo pubblico, non riesce ancora a mettere a fuoco una riflessione sul prodotto-opera. Così come sono, potrebbe essere una semplice attualizzazione di Rauschenberg:
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://rickyday.net/blog/robert-rauschenberg-estate-1963.jpg&imgrefurl=http://rickyday.net/blog/2008/11/urban_pop_profile_robert_rausc.html&h=476&w=357&sz=45&tbnid=Hlph8Tu841qmTM:&tbnh=129&tbnw=97&prev=/images%3Fq%3Drauschenberg&zoom=1&q=rauschenberg&hl=it&usg=__DQlnE-2-PLHlrjMRaQtDT-EBTlc=&sa=X&ei=zQrQTMu0D4nKswa5s9m9Ag&ved=0CCoQ9QEwBQ