Brescia è tappezzata di manifesti pubblicitari sulla mostra in corso di Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987). La sera proiettano perfino alcune celebri opere del maestro sul vecchio gasometro del 1932, ormai considerato un residuo d’archeologia industriale.
E’ proprio vero: la “Warholmania” ha contagiato anche i pubblicitari dell’evento che non si sono lasciati sfuggire gli insegnamenti riguardo al fenomeno del consumismo di massa che l’artista americano ha trasmesso con le sue opere.
La scelta vincente della mostra? Il fatto di esporre tutte opere grafiche, e il perché è semplicemente spiegato nel significato stesso del lavoro di Warhol.
Il titolo dell’evento sottolinea, infatti, come ci si debba orientare nella lettura del percorso che ci viene offerto. L’artista viene inserito nel clima culturale americano di quel periodo e ne risulta l’espressione più pura della generazione del benessere (più attuale che mai) capace di generare miti effimeri destinati a scomparire dalla scena in un batter d’occhio. E’ il mito americano del consumismo, il mito di generazioni che si accontentano di vivere con lo stretto necessario per vivere bene e vivere di certezze.
In una società di massa, in un’economia che massifica costumi e tradizioni e in una cultura anch’essa massificata, l’arte deve attenersi a questa realtà. E Warhol fa ciò riprendendo le immagini dei media senza pretendere di conferire loro un valore artistico ma svalutando il valore culturale dell’opera d’arte che viene confusa e abbandonata tra i prodotti della società di massa.
In questo senso la scelta delle opere grafiche risulta vincente: rappresentano alla perfezione il pensiero dell’artista. Ma la mostra non è solo questo. Accanto al lato più tradizionale dell’artista ci viene presentata la sua attività di regista, di pubblicista e di musicista: peccato che questo Warhol venga solamente accennato e non approfondito in modo da presentarcene un ritratto a tutto tondo.
articoli correlati
La retrospettiva di Londra
Una mostra a Genova
L’opera grafica in mostra a Cagliari
tommy brambilla
mostra visitata il 2 maggio 2003
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…