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fino al 30.IV.2009 | Wolfgang Weileder | Milano, Rossana Ciocca

di - 10 Marzo 2009
Tempo, paesaggio, uomo. Sono gli elementi fondamentali di Le terme e la sirena, intervento di Wolfgang Weileder (Monaco di Baviera, 1965; vive a Newcastle) negli spazi milanesi di Rossana Ciocca. Non una semplice mostra, piuttosto il rendiconto, documentato per immagini, dell’esperienza che l’artista tedesco ha vissuto a Milano negli ultimi quattro mesi, esprimendosi prima in un’opera site specific, poi nella micro-esposizione presso Assab One, infine in quest’ultimo sunto.
C’era una volta un bagno pubblico, in attività dagli anni ’20 fino all’epoca Pillitteri; un luogo di servizio ma anche d’incontro, trasposizione in forme art nouveau delle terme romane: il Diurno Venezia. C’era, e ora non è più: chiuso e interrato, sovrastato da una spalmata di cemento, Piazza Oberdan. Weileder rileva la pianta e la evoca, un muro alla volta – un colonnato alla volta – sopra l’asse stradale, impilando blocchi di cemento bianco ultraleggero. Costruisce e decostruisce, un pezzo alla volta: ogni fine è inizio del segmento successivo. Il Diurno è un Narciso architettonico: insegue il miraggio della propria immagine, intuendola sotto uno specchio di asfalto.
La performance fiorisce e svanisce nel giro di una decina di giorni. Restano oggi in galleria un filmato in stop motion e una serie di fotografie. Un paio a colori, assemblaggi di strisce verticali dello stesso dettaglio ripreso in momenti diversi; altre in bianco e nero, ottenute in analogico sovrapponendo la stessa inquadratura nei diversi momenti dell’intervento, fino ad avere l’immagine dissolta (lo stesso Weileder l’ha definita, con piacevole intuizione, “fantasmagorica”) dell’intera installazione. Due visioni differenti, due modalità complementari di leggere l’elemento tempo.

Chiudono l’esposizione immagini analoghe registrate a Leuven in Belgio, dove la facciata dello storico caffè Meermin (Sirena) è stata trasferita, ribaltata sull’acciottolato della piazza.
Rossana Ciocca ha inteso l’opera di Weileder come un grado terzo del concetto di paesaggio: oltre la memoria (il passato del Diurno Venezia), oltre la contemporaneità (il brulicare odierno di piazza Oberdan), verso il domani. Guardiamo alla definizione corrente di paesaggio, definita dalla Comunità Europea: “Una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Il lavoro di Weileder sembra l’affascinante tentativo di leggere questa percezione, questo carattere. Il volto effimero dell’intervento traduce la fragilità di un equilibrio che non è più possibile ricondurre al rapporto tra l’uomo e il suo ambiente di vita.
Il confronto si sposta su un piano esclusivamente, intimamente e squisitamente umano: se accettiamo che il paesaggio sia l’immagine fedele di chi lo vive, allora ogni categoria assume una connotazione più profonda e selvaggia. Così la transitorietà delle costruzioni di Weileder è la sfibrante precarietà dell’uomo di oggi; lo specchio straniante che le riproduce, sfalsando i piani ortogonali, induce a riflettere sullo scarto di posizione dell’uomo nella società che egli stesso ha forgiato.

Dal 2002 a oggi, Weileder fa del site specific e della convivenza spazio-temporale tra costruzione e smantellamento la propria cifra stilistica. Tu chiamala, se vuoi, arte sociale.

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francesco sala
mostra visitata il 14 febbraio 2009


dal 5 febbraio al 30 aprile 2009
Wolfgang Weileder – Le Terme e La Sirena
a cura di Rossana Ciocca
Ciocca Arte Contemporanea
Via Lecco, 15 (zona Porta Venezia) – 20124 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0229530826; fax +39 0220421206; gallery@rossanaciocca.it; www.rossanaciocca.it

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