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Fino al 30.VI.2017 | Reinhard Mucha, Schneller Werden ohne zeitverlust | Galleria Lia Rumma, Milano

di - 8 Giugno 2017
Correva l’anno 1989, quello della caduta del muro di Berlino, a Napoli nella Galleria di Lia Rumma, Reinhard Mucha (1950), artista tedesco concettuale  all’apice della sua carriera tiene la sua prima personale dal titolo “Mutterseelenallen”  (Solitudine): un intervento  maestoso con sedici  teche montate a muro e composte da alluminio, vetro, float, vetro ridipinto a smalto, feltro, 15 fotografie in bianco e nero su carta  baryta, legno e altri elementi  che ha suggellato un proficuo  rapporto di scambio con la gallerista e modificato radicalmente la percezione dello spazio. Quest’opera rimasta per nove anni al Museumfur Modern Kust di Francoforte, nel 2009 è approdata alla Collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Tre decenni dopo Mucha torna ad esporre nella galleria di Lia Rumma a Milano con la mostra intitolata “Schneller werden ohne zeitverlust” (Accelerare senza perdere tempo), una sorta di autobiografia incastonata in un progetto più complesso, visibile anche nelle sette immagini trasmesse dai monitor che documentano le fasi dell’allestimento dell’opera al museo di Francoforte. Mucha ha strutturato un percorso espositivo work in process, comprensivo di una ricostruzione di un modello-scultura dell’opera presentata a Napoli nel 1989 e altri lavori del passato nel tentativo titanico di farle dialogare con l’ex area industriale di Milano e la sede milanese della Galleria Lia Rumma (via Stilicone 19), situata  davanti alla storica Fonderia Battaglia.
Il rapporto di scambio tra passato e presente, arte, architettura, esperienze biografiche dell’artista e realtà, attraverso la stratificazione di elementi complessi, autocitazione di opere di progetti passati, suggeriscono sottese relazioni tra i materiali industriali e una certa idea  critica di costruire nell’epoca industriale architetture dell’assenza: spazi vuoti che nelle fotografie diventano immagine, luoghi di assenze rarefatte e metafisiche capaci sembrano sprigionare un silenzio assordante.
Il cortocircuito visivo prende forma al piano terra della galleria, dove con Island of the blessed (2016), Mucha ha disposto a terra tegole di un tetto antico, meticolosamente distribuite su un letto di detriti, all’opera site specific fa da sfondo il suono composto da rumori registrati dell’aeroporto di Dusseldorf. E qui si avverte nell’aria una tensione drammatica che invita lo spettatore a riflessioni sul ruolo centrale della memoria e critica nei confronti della realtà disumanizzata urbana. Anche nelle sale successive, incombe la tragedia della post-modernità, della vulnerabilità dell’individuo fagocitato da un architettura vorace di spazi verdi contemporaneo. Questo senso del dramma è  lo stato d’animo sotteso anche nell’opera The Wirtschaftswunder – To the People of Pittsburg (Il miracolo economico-Per i cittadini di Pittsburg III), composta da oggetti industriali prodotti dalla fabbrica  che era ospitata nello stesso luogo dove l’artista ha ancora il suo studio, in una delle ex aree dell’industria pesante di Dusseldorf. Completa l’esposizione un video inedito Hidden Tracks (2014) e una serie di nuove opere realizzate dall’artista nel corso degli anni: una sorta di summa visiva della sua ricerca che testimonia la complessità del suo lavoro ” etnologo della modernità” in cui l’uso dei materiali e degli oggetti è motivato dalla necessità ed è determinato dall’occasione e dal contesto. La mostra carica di riferimenti concettuali, in cui ogni singolo elemento assemblato in maniera non casuale diventa un “mattone” per edificare un pensiero critico  sullo spazio “alieno” contemporaneo, sul confine labile tra spazi pubblici e privati e più in generale sulla vulnerabilità dell’individuo inglobato dentro a grandi “contenitori” dagli interni impersonali, disumanizzanti in bilico tra costruzione e decostruzione, con riferimenti che si sviluppano in direzioni differenti che rispecchiano lo stato di incertezza del presente.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 21 marzo

Dal 21 marzo al 30 giugno 2017
Reinhard Mucha, Schneller Werden ohne zeitverlust
Galleria Lia Rumma, via Stilicone19, Milano
Orari: da Martedì a Sabato, dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00
Info: info@liarumma.it- www.liarumma.it

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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