Lo si era già visto nella collettiva Out of the red lo scorso febbraio allo Spazio Consolo di Milano. Adesso Zhou Tiehai (Shanghai 1966) è alla prima personale in Italia. Una mostra di un artista cinese che unisce la pittura europea alla pop art americana in un modo di operare che il commissario dell’ultima Biennale di Venezia, Hou Hanru, ha definito “meta-critico” in quanto critica la critica d’arte occidentale. “Voi avete solo la medicina tradizionale e le arti magiche, non l’arte” dice un forestiero a un gruppo di cinesi in una scena di Will, il cortometraggio di Zhou Tiehai.
Contro questo oscuramento occidentale si batte l’artista cinese che presenta alcuni lavori selezionati dalla serie Placebo, nove grandi tele che rileggono la storia della pittura. Occidentale. Alcuni capolavori di epoca
Zhou Tiehai è un cinese di Shangai, megalopoli dallo sviluppo ipertrofico, intrisa di occidente. Il suo aerografo a colori acrilici, strumento da graffitista, offre tele di facile lettura, riconoscibilità e godimento visivo, che funzionano come una sorta di domanda sardonica, ripetuta e ridondante. Quel volto sorridente, compiaciuto,
Oppure lo sguardo sornione e nascosto di Joe Camel è quello dell’intera Cina, un paese che aspira a montare in capo al grosso corpo dell’occidente per deriderlo e condurlo. Tiehai è un dandy che usa la strategia di guerra dell’artista occidentale. Sguazza nel jet-set artistico di un paese in grande fermento e si afferma in Europa e America, con inviti al Centre Pompidou ed all Whitney Museum. Solo per citarne alcuni.
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nicola angerame
mostra visitata il 23 settembre 2003
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il cinese mi sembra un pò tra il banalotto ed il presuntuoso. Come al solito Marella presenta il possibilmente presentabile, ma quando una galleria con le disponibilità economiche di Marella ci proporrà qualcosa di poù accativante che non i soliti compitini. oppure tale galleria non ha proprio nulla da esprimere con i pittori con cui lavora. e non replicatemi con la storia dlla ricerca su identita, corpo etccetra..........